19 marzo 2003

Sex...

Anomalie sessuali
Il Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders dell’Amercan Psychiatric Association, nella sua ultima edizione (DSM-IV) classifica le disfunzioni sessuali nel modo seguente : Disturbo da desiderio sessuale ipoattivo ( fantasie sessuali e desiderio carenti o completamente assenti. Disturbo sessuale legato alla sfera psicologica o agli effetti fisiologici diretti di una sostanza o di una condizione medica generale); Disturbo di avversione sessuale (avversione estrema verso qualsiasi tipo di contatto genitale con il partner. L’anomalia causa notevoli disagi e difficoltà interpersonali); Disturbo dell’eccitazione (persistente o ricorrente incapacità di raggiungere o mantenere fino al completamento dell’attività sessuale, un’adeguata risposta di eccitazione sessuale con lubrificazione-tumescenza (reazioni legate nei due sessi all’eccitazione); Disturbo maschile dell’erezione (persistente o ricorrente impossibilità di raggiungere o di mantenere, un’erezione adeguata fino al completamento dell’attività sessuale). Disturbo dell’orgasmo nella donna (le donne mostrano un’ampia variabilità nel tipo o nell’intensità della stimolazione che induce l’orgasmo. Questo tipo di disturbo non è sempre attribuibile a motivi psicologici) Disturbo dell’orgasmo maschile (persistente o ricorrente ritardo o completa assenza dell’orgasmo dopo una normale fase di eccitazione sessuale nell’ambito dell’attività sessuale. Anomalia, generalmente attribuita a problemi di natura psicologica , all’età e ad altre disfunzioni di tipo organico); Dispareunia (ricorrente o persistente dolore genitale associato al rapporto sessuale sia nell’uomo che nella donna. In questo ultimo caso, l’anomalia non è causata esclusivamente da vaginismo o da mancanza di lubrificazione e non sempre risulta legata a fattori psicologici).
Insomma, malgrado il sesso sia necessario alla vita di coppia, i problemi non mancano e non sempre basta impegnarsi, dare la dovuta cura e attenzione all’eros affinché sia funzionale al piacere della coppia. Sicuramente un’atmosfera serena aiuta, di fatto la sessualità si prepara fuori dal letto, negli atteggiamenti della vita quotidiana. Ma tutto questo non basta ancora. Nell’intimità bisogna fare i conti con gli ormoni, dei veri e propri interruttori del sesso, in grado di “curare” ossessioni, infedeltà, gelosie e disfunzioni. Secondo autorevoli esperti, il comportamento sessuale è regolato dall’equilibrio di dopamina e serotonina. Ma quando per vari motivi ambientali , c’è, per esempio, un eccesso di dopamina, un ormone che genera il piacere e dà dipendenza e poca serotonina (capita al 3-6% della popolazione maschile) , si può soffrire da dipendenza da sesso e cercare rapporti con tutti. Già oggi si cura questa dipendenza alzando la serotonina. Il testosterone e la prolattina sono, invece, i due ormoni che scatenano (il primo) e frenano il desiderio sessuale. Uno strip-tease o la vittoria in una gara, sono delle vere e proprie iniezioni di testosterone e la conseguenza è una crescita eccessiva del livello di libido. Quando, invece, aumenta la prolattina, l’ormone della pace dei sensi, per esempio durante l’allattamento o quando si parla troppo dei figli, il testosterone e la libido calano.
A dare una maggiore valenza scientifica al fatto che il sesso e l’amore sono una questione di chimica e di ormoni , è lo studio di James Fallon, un noto scienziato della facoltà di anatomia e neurologia dell’University of California,: “ Fra dieci anni, - dice il professor Fallon - ci potrebbero essere in commercio spray nasali, a base di ormoni, per cementare il legame di coppia. Le persone non dovranno più soffrire le pene d’amore come il rifiuto, le difficoltà di legame, la patologia dell’attaccamento o peggio ancora disfunzioni di varia natura”.

Testosterone – prolattina – vasopressina - ossitocina
Il testosterone, considerato l’ormone dell’amore, poichè scatena il desiderio e la fantasia, è destinato a diminuire durante la menopausa e l’andropausa (la corrispondente fase maschile). Come si può rimediare? Oltre agli stimoli esterni : vestiti succinti, visione di film pornografici, spogliarelli ecc., esistono sistemi più scientifici come la somministrazione di questa sostanza attraverso farmaci. Secondo uno studio pubblicato da Jan Shiffren, endocrinologo del Massachusett General Hospital di Boston, l’applicazione di cerotti che rilasciano testosterone, in donne alle quali sono state asportate le ovaie, restituisce, nel 75% dei casi slancio sessuale e desiderio. Se poi il problema fosse un altro, per esempio un eccesso di testosterone, con conseguente smisurata baldanza sessuale, cosa fare? Una soluzione sarebbe quella di usare gli stessi farmaci anti-testosterone che normalmente vengono utilizzati per la prostata. Ma il prezzo da pagare sulla qualità del sesso all’interno della coppia, sarebbe troppo alto. Secondo il professor Peter Gray, antropologo dell’Harvard University di Boston, basterebbe coinvolgere di più i padri nella cura dei figli. Sembra, infatti, che i padri di famiglia abbiano meno testosterone rispetto ad un sigle o ad un coniugato senza prole. Un effetto inibitore, è invece dato dalla prolattina, responsabile insieme ad altre sostanze del cosiddetto “tempo di refrattarietà maschile”, che impedisce ai maschi una nuova erezione subito dopo l’eiaculazione. Ci sono, comunque anche le eccezioni, come un caso pubblicato sul Journal of Impotence Research dal sessuologo tedesco Tillmann Krüger dell’Università di Essen , che parla di un suo paziente nel cui sangue non aumenta la prolattina dopo l’eiaculazione e per questo è “condannato” ad avere orgasmi a ripetizione. Esiste in commercio un “farmaco afrodisiaco” anti-prolattina, la cabergolina, che serve principalmente alla cura del Parkinson, ma serve anche per bloccare la montata lattea. Ma non è solo la prolattina la responsabile del periodo refrattario, secondo i professor Emmanuele Tannini, docente di sessuologia medica all’Università dell’Aquila, “anche le endorfine contribuiscono all’inizio del periodo refrattario, in cui si viene a determinare,- aggiunge Jannini – anche l’esaurimento dell’ossido nitrico a livello del pene, senza il quale non ci può essere erezione”.
L’ormone vasopressina nel maschio e l’ossitocina nella donna sono, invece, responsabili della fedeltà e del legame di coppia. L’eccesso di vasopressina potrebbe essere la causa della gelosia. Se fosse così, sarà forse possibile curarla, oltre che con la psicologia, bloccandone l’assorbimento con un farmaco

Il colpo di fulmine
Il classico colpo di fulmine, che ci fa perdere sonno e appetito, non sarebbe l’invenzione romantica di qualche scrittore ma un vera e propria patologia di cui è responsabile una sostanza simile alle anfetamine, la Pea. I suoi effetti, fortunatamente, durano poco da 18 mesi a 3 anni. Secondo i professor Robert Friar, docente di sessuologia umana alla Ferris State University di Big Rapids (Usa), chi funziona solo a Pea si innamora ripetutamente, per lo più di persone sbagliate e alterna stati di euforia a stati di malinconia. In questi casi per riequilibrare il tutto bisogna trattare questo tipo di pazienti con alcuni antidepressivi , i Mao inibitori (agiscono inibendo un enzima ,monoaminoossidasi che rende attiva la Pea). Se alla Pea si aggiungono altre sostanze chimiche come la dopamina (legata al piacere e al desiderio sessuale), la norepinefrina e la serotonina, si potrebbero verficare dei veri e propri sintomi di ossessione nei confronti della persona verso la quale proviamo attrazione. In questi casi sono necessari farmaci che bloccano la serratura della dopamina, come per esempio i neurolettici che producono anche incapacità nel provare piacere. Sempre tra la categoria degli “ossessivi”, ci sono i drogati del sesso. Secondo Michael Milburn , psicologo della University of Massachusetts, alti livelli di serotonina incoraggiano la selettività nell’accoppiamento, mentre livelli più bassi di questa stessa sostanza spingerebbero l’individuo a scelte indiscriminate e a comportamenti sessuali aggressivi. Questo tipo di disturbo, che interessa il 3-6% dei maschi , viene curato con dei farmaci antidepressivi a base di fluoxetina e sertralina. “In questo modo, si riduce il desiderio sessuale associato a comportamenti devianti, mentre viene preservata l’attività sessuale nei rapporti affettivi”, dice il professor Alessandro Rossi dell’Università dell’Aquila. Quando termina la fase iniziale dell’innamoramento e si consolida la fase successiva che è quella dell’amore maturo e perciò più tranquillo, entrano in gioco altri due ormoni: vasopressina e ossitocina. La natura li aveva inventati per creare un legame tra madre e figlio. Nel caso, infatti, dell’ossitocina, stiamo parlando dell’ormone che induce le contrazioni durante il parto, ma è anche chiamata dagli esperti l’”ormone delle coccole” perché viene rilasciata quando ci si tiene per mano. La vasopressina , è invece responsabile della formazione della memoria nel cervello ed è chiamata anche “ormone della fedeltà maschile”, almeno stando agli attuali studi sulle arvicole, un particolare tipo di roditore.

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