L'anfetamina ostacola i benefici dell'esperienza
Gli scienziati hanno studiato gli effetti di farmaci ed esperienze sulle alterazioni cerebrali nei topi
I ricercatori sanno già da tempo che alcuni tipi di esperienze, come quelle coinvolte nell'apprendimento, possono modificare fisicamente la struttura del cervello e influenzare il comportamento. Ora un nuovo studio sui topi mostra che l'esposizione a farmaci stimolanti come anfetamina o cocaina pu? ridurre la capacità di specifiche cellule cerebrali di mutare come conseguenza dell'esperienza.
"La capacità delle esperienze di alterare la struttura del cervello - spiega Nora D. Volkow, del National Istitute on Drug Abuse (NIDA) degli Stati Uniti - è forse uno dei meccanismi principali con cui il passato pu? influire sul comportamento e la cognizione. Tuttavia, quando queste alterazioni vengono prodotte dall'abuso di farmaci, possono portare allo sviluppo di comportamenti tipici della dipendenza".
La ricerca, finanziata dal NIDA e condotta da Bryan Kolb e colleghi dell'Università di Lethbridge in Canada e da Terry Robinson e colleghi dell'Università del Michigan, è stata pubblicata on line sul sito della rivista "Proceedings of the National Academy of Sciences". I ricercatori hanno effettuato una serie di esperimenti sui topi per studiare come i farmaci e le esperienze interagissero per produrre cambiamenti nella struttura del cervello, scoprendo che l'anfetamina aumenta la ramificazione dendritica e la densità dei neuroni in alcune regioni (nucleo accumbens), riducendola in altre (corteccia parietale). Gli effetti dell'esperienza dovuta all'esposizione a un ambiente complesso, invece, provocavano un aumento in entrambe le regioni. Gli animali cui era stata somministrata anfetamina, infine, non mostravano gli stessi cambiamenti strutturali indotti dall'ambiente e dall'esperienza che erano invece osservati negli altri animali.
© [Le Scienze]
La salvia migliora la memoria
Potrebbe essere usata nella cura del morbo di Alzheimer
Una nuova ricerca ha dimostrato che la salvia può aumentare le capacità di memoria, confermando teorie vecchie di secoli. Alcuni scienziati britannici del Medicinal Plant Research Centre (MPRC) delle Università di Newcastle e di Northumbria, guidati da Nicola Tildsley, hanno completato i primi trial clinici con pazienti di età compresa fra 18 e 37 anni, scoprendo che coloro che avevano assunto capsule di olio di salvia ottenevano risultati decisamente migliori in un test basato sulla memorizzazione di parole.
I ricercatori hanno così provato scientificamente ipotesi di celebri erboristi del passato. John Gerard nel 1597 scriveva, a proposito della salvia, come questa fosse "particolarmente buona per la testa e il cervello, stimola i nervi e la memoria", e Nicholas Culpeper affermava nel 1652 che la salvia "cura inoltre la memoria, riscaldando e stimolando i sensi".
I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista "Pharmacology, Biochemistry and Behaviour". La salvia viene studiata come possibile trattamento per il morbo di Alzheimer, dopo che una ricerca aveva mostrato che essa inibisce un enzima chiamato acetilcolinesterasi che disgrega il messaggero chimico acetilcolina, la cui scarsità è una delle caratteristiche della malattia.
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