7 maggio 2005

Alcool

Gli effetti subconsci dell'alcool sulla libido
La percezione viene influenzata anche da stimoli virtuali

Da tempo è noto che l'alcool può avere molti effetti sul comportamento sociale e sessuale, alcuni positivi, altri negativi. Una sbornia può spazzare via le inibizioni e agire da afrodisiaco, oppure smorzare e limitare le prestazioni sessuali. Può addirittura produrre il ben noto fenomeno di giudicare più attraenti le altre persone quando si è sotto l'effetto delle bevande alcoliche.Secondo uno studio pubblicato sul numero di maggio della rivista "Addiction", anche pensare semplicemente al vino o alla birra può influenzare il desiderio sessuale. Lo psicologo Ronald Friedman dell'Università del Missouri e colleghi hanno scoperto che gli effetti che un bevitore si attende dall'alcool possono essere prodotti anche dalla semplice esposizione a parole associate al bere che compaiono sullo schermo di un computer. I ricercatori hanno verificato questa ipotesi con un esperimento condotto su 82 studenti maschi volontari. Ai soggetti è stata innanzitutto chiesta la propria opinione su come l'alcool influenzasse la propria libido. Sono state poi presentate loro alcune parole che comparivano rapidamente sullo schermo di un computer. Un gruppo è stato esposto a parole che suggerivano il consumo di alcool (come birra, whisky, martini, malto), mentre un secondo gruppo di controllo è stato esposto a parole differenti e "innocue". Subito dopo, agli studenti sono state mostrate alcune fotografie di studentesse, e hanno dovuto valutarne la bellezza (su una scala da uno a nove). Coloro che ritenevano che l'alcool stimolasse la propria libido, dopo osservato subconsciamente le parole associate al bere hanno valutato le foto in maniera più favorevole. Quelli che, al contrario, ritenevano che l'alcool riducesse le proprie prestazioni, hanno giudicato meno attraenti le ragazze dopo essere stati esposti alle stesse parole."La cosa più sorprendente - afferma Markus Denzler, coautore dello studio - è che la percezione può essere influenzata semplicemente dagli effetti che ci si attende dall'alcool, anche senza averne bevuta una goccia". AI soggetti è stato chiesto anche di giudicare l'intelligenza delle ragazze basandosi sulle foto. In questo caso, l'esposizione alle parole non ha avuto alcun impatto sui risultati.


La risposta cerebrale all'alcool
Studiato il meccanismo cellulare dell'alcolismo

Un team di scienziati dell'Istituto di Ricerca Scripps (TSRI) ha descritto il meccanismo cellulare alla base della risposta del cervello all'alcool, suggerendo un possibile metodo per curare l'alcolismo. Lo studio, pubblicato sul numero del 5 marzo 2004 della rivista "Science", collega l'effetto del peptide CRF (fattore di rilascio della corticotropina) a quello dell'alcol. Entrambi sembrano influenzare la neurotrasmissione nell'amigdala, il cosiddetto centro del piacere del cervello, aumentano la trasmissione di un particolare neurotrasmettitore chiamato acido gamma amino butirrico (GABA). "C'è una forte relazione - spiega il neurofarmacologo George Siggins, che ha guidato la ricerca - fra l'abuso di farmaci, lo stress e l'amigdala". Lo studio suggerisce che i composti che bloccano i recettori di CRF potrebbero avere potenziali effetti terapeutici per gli alcolisti. Gli scienziati già studiano questo tipo di composti come possibili trattamenti per altre condizioni psichiatriche quali la depressione, il disturbo da panico e il disturbo da stress post-traumatico, tutti collegati al CRF nell'amigdala.


Bevi che ti passa
Spiegati i benefici di un consumo moderato di alcool

Che bere un buon bicchiere di vino ogni tanto faccia bene alla salute, e anche allo spirito, è una cosa che è già stata stabilita da tempo. Un gruppo di scienziati dell'Università di Ulm, in Germania, ha ora anche scoperto come: in un articolo pubblicato nel 2001 su «The Lancet», il professor Armin Imhof riferisce che gli effetti benefici dell'alcool derivano dalla sua blanda azione antinfiammatoria. In particolare, studi statistici hanno dimostrato che un moderato consumo di alcool riduce il rischio di morte per malattie cardiovascolari molto più della completa astensione. Gli scienziati hanno analizzato la correlazione fra il consumo di alcool e la presenza nel sangue di sostanze associate normalmente a stati infiammatori, come la proteina C attivata e l'albumina. Per lo studio, sono stati presi in considerazione 2006 uomini e donne di età compresa tra 18 e 88 anni. I volontari sono stati studiati attentamente per una settimana, durante la quale è stato registrato sia il consumo di cibo che quello di alcool di ogni genere. Negli uomini si è riscontrato immediatamente un andamento a U molto evidente, in cui la concentrazione dei marcatori dell'infiammazione era più elevata in associazione a un consumo di alcool molto basso e molto alto. Nelle donne, che sono comunque meno suscettibili alle malattie cardiovascolari, la correlazione è risultata più debole, ma pur sempre presente.