9 aprile 2006

Sonno o veglia, per il cervello pari sono
Il risultato è stato raggiunto grazie a tecniche di risonanza magnetica funzionale

Il sonno rafforza la memorizzazione delle informazioni: a questa nozione risaputa se ne aggiunge ora un’altra, frutto delle ricerche svolte presso l’Università di Liegi, in Belgio. A quanto risulta in base ai test con l’ausilio della risonanza magnetica funzionale (fMRI), un meccanismo simile è attivo anche di giorno. In definitiva, il cervello non smette mai di elaborare e strutturare ciò che dovrà ricordare in futuro. Philippe Peigneux, primo firmatario dell’articolo che è apparso sulla rivista PloS Biology ha monitorato, in due sessioni separate di alcune settimane, l’attività cerebrale di un gruppo di volontari mentre essi erano impegnati in un compito di attenzione uditiva. In ciascuna sessione ogni compito durava 10 minuti e, tra uno e l’altro, trascorreva una mezz’ora, durante la quale i volontari dovevano imparare qualcosa di nuovo: nella prima sessione un itinerario in una città virtuale; nella seconda alcune sequenze di rappresentazioni visivo-motorie. L’attività cerebrale durante il secondo e il terzo monitoraggio dei compiti di attenzione uditiva erano sistematicamente modificati, rispetto al primo, dal tipo di esperienza di apprendimento che aveva luogo nella mezz’ora di pausa. I risultati della risonanza magnetica funzionale, inoltre, hanno permesso di concludere che nel corso dei compiti di attenzione aveva luogo l’elaborazione delle tracce mnemoniche appena formate.Più in generale, lo studio dimostra per la prima volta come il cervello umano non agisca semplicemente mettendo in stand by le nuove informazioni acquisite finché vi è un periodo di calma o di sonno che consentano di rafforzarle. Piuttosto, sembra che continui a elaborarle dinamicamente non appena ha fine l’episodio cognitivo, anche se deve affrontare una serie ininterrotta di attività differenti.
[LeScienze]

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