18 giugno 2006

Un circuito riservato per l'erotismo
Questa corsia privilegiata è stata identificata in uno studio su sole donne

Ricercatori della Washington University School of Medicine a St. Louis hanno sottoposto un folto gruppo di volontarie alla visione di diapositive di contenuto vario mentre controllavano la risposta cerebrale con la tecnica dei potenziali evocati. Quando i soggetti esaminati osservavano immagini di contenuto erotico, la risposta cerebrale era decisamente più forte di quella generata dalla visione di altro materiale, quale che fosse il livello di gradevolezza o di disturbo che quest'ultimo fosse in grado di suscitare. Inoltre la velocità di risposta era molto più rapida; ciò suggerisce l’esistenza di circuiti neuronali dedicati a elaborare questo tipo di immagini. Il cervello è in grado di classificare molto rapidamente le immagini, molto prima che a livello conscio l’immagine venga interpretata come piacevole o disturbante. Nel caso delle immagini a contenuto erotico, ciò avviene in un tempo ancora inferiore, circa 160 millisecondi, il 20 per cento in meno di ogni altro tipo di immagine. Subito dopo, l’elaborazione delle immagini viene smistata a differenti aree del cervello. Un altro aspetto interessante della ricerca è costituito dal fatto che tutti i soggetti esaminati erano donne, che da studi precedenti erano state indicate come meno sensibili allo stimolo erotico visivo. Quali siano i circuiti cerebrali preferenziali sfruttati per l’identificazione rapida e l’elaborazione di questo tipo di immagine richiederà ulteriori studi, dato che la tecnica dei potenziali evocati non permettte una risoluzione spaziale sufficiente a questo scopo, simile a quella fornita da risonanza magnetica funzionale e PET; queste ultime tuttavia non dispongono di una risoluzione temporale adeguata: utilizzando fin dall’inizio questi ultimi strumenti, il fenomeno sarebbe sfuggito all’osservazione.


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La percezione del volto è modulata dall’orientamento sessuale
Particolarmente sensibili si sono rivelati il talamo e la corteccia orbitofrontale

Di tutte le capacità visive dell’uomo, quella che riguarda il riconoscimento dei volti è una delle più sviluppate. Studi condotti con tecniche di visualizzazione cerebrale hanno mostrato il coinvolgimento, oltre che della corteccia visiva, anche dell’amigdala e dell’insula, dove sono elaborate le espressioni facciali, e della corteccia prefrontale. Il riconoscimento appare infatti modulato da molti fattori cognitivi: dalla familiarità, all’attenzione, dalla memoria agli stati emotivi. Inoltre, la comunicazione sociale richiede un’accurata “lettura facciale” delle intenzioni dell’altro individuo, soprattutto quando può essere in vista l’identificazione di un possibile partner sessuale. Proprio questo è stato l’aspetto attentamente considerato da una ricerca condotta da Felicitas Kranz e Alumit Ishai dell’Università di Zurigo, e appena pubblicata su Current Biology. Le due ricercatrici hanno così scoperto che - per quanto la grande maggioranza dei circuiti cerebrali sia attivata sempre in modo uguale - il genere della persona osservata determina una differenza nelle reazioni sviluppate nel talamo e nella corteccia orbitofrontale, collegata alle proprie preferenze sessuali. In quelle aree, donne eterosessuali e uomini omosessuali esibiscono una più marcata reattività all’osservazione di visi maschili, mentre lo stesso effetto è provocato da facce femminili negli uomini eterosessuali e nelle donne omosessuali.

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