20 dicembre 2007

I conti dei macachi

L'essere umano adulto possiede capacità matematiche che non si ritrovano in nessun altro animale, tuttavia si stanno sempre più accumulando prove che la capacità di contare non verbalmente insiemi di oggetti sia una facoltà posseduta anche da altre specie. Giusto due settimane fa, una ricerca condotta presso l'Università di Kyoto aveva dimostrato che gli scimpanzé hanno una capacità di ricordare sequenze di numeri addirittura superiore a quella dell'essere umano. La facoltà principalmente messa in gioco in quel caso era però la memoria eidetica, ossia fotografica, e poco diceva sulla capacità di elaborazione mentale di numeri e quantità.

Ora una ricerca condotta da Elizabeth Brannon e Jessica Cantlon della Duke University a Durham, pubblicata sulla rivista on line ad accesso pubblico PloS Biology, dimostra che le scimmie sono effettivamente in grado di eseguire semplici operazioni aritmetiche. Le due ricercatrici hanno messo a confronto in una serie di esercizi alcuni macachi reso e un gruppo di giovani adulti (età media 23 anni) sottoponendoli a un compito in cui dovevano sommare i valori numerici di due insiemi di punti e operare una scelta fra due opzioni che rifletteva la somma aritmetica dei due insiemi.

Le scimmie erano state in precedenza sottoposte a un periodo di training in cui erano state abituate a valutare un ridotto numero di somme fra oggetti (1+1, 2+2, 4+4), mentre nell'esperimento la serie di prove comportava la necessità di addizionare anche gruppi di punti in varia misura differenti fra loro. I risultati hanno indicato che le scimmie eseguono un'addizione mentale approssimata con prestazioni molto simili a quelle dei volontari umani.

Ciò suggerisce, osservano le ricercatrici, che esseri umani e primati non umani condividano un sistema cognitivo non verbale per l'aritmetica, che riflette un legame evolutivo nelle loro facoltà cognitive.


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I giovani scimpanzé hanno un’abilità straordinaria nel ricordare i numeri, superiore a quella degli esseri umani adulti: è quanto sostengono alcuni ricercatori giapponesi sulla rivista “Current Biology”.

“Esistono ancora persone, inclusi molti biologi, che credono che gli esseri umani siano superiori agli scimpanzé in tutte le funzioni cognitive”, ha spiegato Tetsuro Matsuzawa della Kyoto University. “Nessuno poteva immaginare che gli scimpanzé, e in particolare gli esemplari più giovani dell’età di cinque anni, avessero migliori prestazioni degli uomini nei compiti di memoria. Nel nostro studio mostriamo che questa specie è dotata di una capacità di memoria di lavoro, e in particolare nel ricordare sequenze di numeri, migliore rispetto ai soggetti umani adulti, testati con lo stesso apparato e seguendo le stesse procedure.”

In quest’ultimo studio, i ricercatori hanno considerato tre coppie madre-cucciolo di scimpanzé, ciascuno dei quali aveva già appreso le cifre arabe in ordine crescente, e studenti universitari a cui sono stati somministrati alcuni test numerici.

In breve, a tutti venivano presentati vari numeri su un monitor touch-screen. Questi numeri venivano in seguito sostituiti con spazi vuoti e i soggetti dovevano ricordare quali numeri erano presenti in precedenza e in quale ordine.

I giovani scimpanzé hanno così dimostrato di poter ricordare molti numeri alla volta, senza variazioni di prestazioni quando cambiava la persistenza dei numeri sullo schermo. In generale, le prestazioni dei giovani scimpanzé erano migliori di quelle delle madri così come di quelle dei soggetti umani. Inoltre, nel caso degli esseri umani le prestazioni sono risultate dipendenti dal tempo di visione dei numeri sullo schermo.

Secondo Matsuzawa l’abilità mnemonica degli scimpanzé ricorda la visione eidetica, una speciale capacità di trattenere l’immagine di una scena complessa. È noto che tale memoria fotografica è presente in alcuni bambini e che tale capacità diminuisce con l’età.

Infine, insistono i ricercatori, la memoria numerica “è solo una parte dell’intelligenza molto flessibile dei giovnai scimpanzé”.


[LeScienze]

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