Uno studio condotto dalla facoltà di psicologia e scienze dell’educazione dell’Università di Lovanio è stato il primo ad occuparsi degli effetti del (sic) Mindfulness in un campione decisamente significativo di popolazione: gli studenti delle scuole secondarie.
C’è intanto da notare quanto siano lontani i programmi scolastici del Belgio e più in generale degli stati del Nord-Europa continentale dalle nostre scuole secondarie. Da noi non sono così diffuse le conoscenze di tecniche e metodiche più attuali come il Mindfulness e meno che mai fra chi si occupa dei programmi scolastici. Qualcuno potrebbe obiettare che nei paesi mediterranei la popolazione giovanile è meno soggetta alla depressione, forse perché è più interessata a Balotelli o a Belen, ma purtroppo le cose non stanno in questi termini. Di fatto, l’età giovanile e quella adolescenziale ancor di più sono fra quelle più soggette a fenomeni decisamente sottovalutati dall’ideologia degli adulti di disorientamento con nevrosi depressive spesso concomitanti con una situazione di più generale anomia generazionale.
Dall’approccio medico a quello educativo Come dicevamo, esistono almeno due approcci al fenomeno, in particolare nell’età giovanile: quello terapeutico in senso stretto, ovvero l’intervento a fronte di una diagnosi psicopatologica, e quello propedeutico o educativo. Un tempo molto di questa educazione alla vita veniva demandata ai rapporti con la famiglia, in particolare a quelli con i nonni, ma ancor di più ai contesti religiosi e talora scolastici. Oggi, nell’epoca della presunta efficienza, tutti questi spazi sono stati erosi a vantaggio dei media (dalla televisione, al cellulare, ai videogiochi…) che il più delle volte, al contrario, funzionano come cassa di risonanza dell’alienazione e del disagio.
Non è un caso che il Mindfulness altro non sia che l’occidentalizzazione di metodi orientali di natura spirituale: essenzialmente la meditazione. Questo fenomeno si ripete periodicamente quanto meno da Ignazio di Loyola (progenitore della scuola gesuitica che ha portato fino al nostro attuale Papa) fino alla Meditazione Trascendentale e, appunto, il Mindfulness di estrazione cognitivista.
Quest’ultimo è una forma di terapia meditativa focalizzata sull’”esercizio dell’attenzione”. La depressione è spesso radicata in una spirale di sentimenti negativi e preoccupazioni e nel momento in cui si impara a riconoscere più velocemente questi sentimenti e pensieri si è in grado di intervenire prima che questi si radichino.
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