11 novembre 2002

[Fonte: Sospsiche]
GAMIAN-Europe – Global Alliance of Mental Illness Advocacy Networks
5° Congresso GAMIAN-Europe - Lubiana (Slovenia), “M-Hotel” - 10-13 Ottobre 2002
(Sintesi dall’originale inglese delle relazioni presentate)

Giovedì 10/10 ore 15.00 – 18.30
Apertura ufficiale del Congresso, con il saluto di Vlado Dimovski, Ministro del Lavoro e Affari Sociali della Repubblica di Slovenia, e di Dorjan Marusic, Segretario di Stato e Ministro della Sanità.
Segue l’Assemblea Generale, con approvazione della bozza di verbale dell’Assemblea Generale 2001, discussione e approvazione delle relazioni 2002 del Tesoriere, del Segretario Generale e del Presidente e degli emendamenti da apportare allo Statuto Sociale, nomina degli Scrutatori per l’elezione del Nuovo Consiglio d’Amministrazione e votazione.


Venerdì 11/10
Ore 9.00 – 12.00 – Sessione Plenaria – Presiede prof: Paolo Lucio Morselli, Segr.Generale

Primo relatore prof. Paul Salkovskis (Institut of Psychiatry Maudsley Hosp.London, - OCD and Health Anxiety Group, King’s College, London) sul tema “Disordini Ossessivo Compulsivi oggi: prevalenza, diagnosi e proposte terapeutiche”. Analizza la fenomenologia di tali disordini – pensieri invadenti, immagini e impulsi, ossessioni da pensieri ricorrenti e/o compulsioni derivanti da paure che il malato cerca di ignorare - e pone la domanda molto dibattuta sulla natura di tali disordini - se cerebrale (epilessia) o mentale (schizofrenia) o di deficienza cognitiva (dislexia) oppure fobica, domanda che ancora non ha, per nessuna delle ipotesi, risposta sufficientemente corroborata da dati certi. Tratta in dettaglio delle terapie psicologiche e biologiche, della discussa validità della ormai quarantennale serotonina, dell’uso della farmacoterapia (dosi effettive, interazioni, vantaggi e svantaggi di combinazioni, SSRIs/Clomipramina, risposta relativamente lenta e nella maggior parte dei casi incompleta) in alternativa alla quale altri sbocchi risultano però molto più cari. Il problema è economico, oltrechè politico. Dato indicativo: il 90% dei pazienti ha ricadute entro sette settimane dalla sospensione del farmaco. Sottolinea la stretta interrelazione tra teoria del comportamento cognitivo (l’individuo vulnerabile valuta in maniera distorta quelle che ritiene le proprie responsabilità e ciò motiva di conseguenza comportamento ossessivo) e teoria neurobiologica e insiste sull’opportunità di integrazione tra teoria psicologica e biologica .
Il prof. Salkovskis relaziona ancora sul tema “Approccio Psicologico alla Comprensione, al Trattamento e alla Prevenzione dei Disordini da Ansia”. Relaziona sulla CBT (Cognitive Behaviour Therapy = Terapia Cognitivo Comportamentale) illustrandone le basi, le motivazioni e gli effetti ottenuti quando applicata a disordini da panico (per i quali si sono ottenuti risultati molto positivi), a fobia sociale, a ipocondria o ad altre fobie specifiche, il costo del trattamento e il numero di ore necessarie, entrambi molto variabili a seconda delle patologie. Va inoltre tenuta nel conto dovuto l’eventualità, non rara, che il paziente rifiuti il trattamento. Pertanto regola basilare è quella che il paziente deve essere aiutato a comprendere e soprattutto a sentirsi compreso, superando la disistima che può avere di sé, e il terapeuta deve saper interpretare e discernere i vari stati emozionali, aventi significati particolari per ogni patologia, e deve fornire risposte mirate e il più semplici possibili . Il compito precipuo del terapeuta è di aiutare il malato a pensare in maniera positiva, dal momento che tutti i problemi presentano sempre due facce. Si sofferma da ultimo sulla necessità e l’utilità di sviluppare una partnership tra GAMIAN e professionisti.

Secondo Relatore dr. Mark Agius (Luton Trust, Primary Care Mental Health, Bacon Site) sul tema “Disordini Psicotici”. Definita e sottolineata l’importanza della diagnosi e dell’intervento precoce nella psicosi, si chiarisce il perché sia basilare trattare in maniera specialistica il primo episodio di psicosi al suo manifestarsi: il malato ha in questo modo buone probabilità di guarire in breve termine e vengono evitate probabili ricadute che porterebbero a una cronicizzazione della malattia. In più, i primi anni di psicosi sono anche un “periodo critico” sotto l’aspetto psicosociale. Vengono spiegati i principi e le linee guida della terapia,quali tra l’altro l’assegnazione sollecita dell’operatore sanitario in collaborazione stretta con il paziente e con famigliari ed amici, trattamenti effettuati il meno possibile in luoghi restrittivi, sia per evitare lo stigma sia per cercare di reinserire il malato nella società e nel lavoro, e coinvolgimento della famiglia in tutte le fasi del trattamento. Il “Newcastle Early Psychosis Declaration” (www.rethink.org/newcastledeclaration) recentemente sottoscritto dai fruitori di servizi, famigliari e medici esperti inglesi con rappresentanti dell’ Organizzazione Mondiale della Sanità, IRIS e Rethink ha infatti come scopo di promuovere interventi precoci nei giovani, di sostenere le famiglie per ottenere una vita normale, di chiedere maggiore informazione e comprensione sulla psicosi all’interno della società civile. Sul problema dell’intervento precoce sui giovani viene inoltre presentato il Progetto “Caretranslate”,(e-mail: mark.agius@tinyworld.co.uk) da attuarsi a livello UE con la partecipazione di altre entità di paesi comunitari prefiggentisi analoghi studi programmatici.

Terzo Relatore prof. Kari Pylkkännen (Psychiatrist in Chief, Finish Student Health Service, Helsinki) sul tema “Disordini Psicotici oggi: prevalenza, prospettive, proposte farmacologiche e riabilitative”.Viene fatta una analisi allargata dei disordini psicotici: cosa essi siano e quali ne siano i sintomi, quale l’incidenza (il 2% della popolazione generale ne soffre e la schizofrenia, il cui tasso è negli ultimi tempi molto influenzato anche dall’abuso di droghe illegali tra i giovani che le usano anche come auto-terapia, prevale per circa l’1%), quali i metodi di individuazione, le cause, non esattamente conosciute ma in qualche modo legate a fattori genetici e vulnerabilità biologiche, gli indici di mortalità e i metodi terapeutici e riabilitativi. L’accento viene posto sulla necessità della cura mirata al paziente, considerando basilare il contatto psicologico con il malato, in quanto il farmaco è necessario ma non sufficiente L’approccio alla psicosi deve poter integrare i diversi aspetti biomedico, psicologico individuale, interattivo, sociale ed ecologico. Il prof: Pylkkännen si sofferma in particolare sulla situazione finlandese dove ,unico paese al mondo, è ormai operante da vent’anni la specializzazione in psichiatria dell’adolescenza: il 5% della popolazione al di sotto dei 20 anni si avvicina ai Centri specializzati. I risultati sono decisamente positivi considerando il fatto che i giovani sono sempre meno affetti da complessi di stigma. In Finlandia la società è responsabile dell’erogazione delle cure e il medico di base ha l’obbligo di procedere quando necessario ad esame medico, in base ad un dettato di un Patto sulle Cure Primarie in atto dal 1976. Dà notizia di un approfondito e completo studio “The International Pilot Study of Schizophrenia 1979”, programma avente come obiettivo, tra gli altri, la drastica riduzione dello stigma, in molti paesi spesso legato alla deficienza dei servizi. Denuncia infine la diminuita capacità delle società industrializzate di far fronte alle psicosi (aumentate solitudine, complessità del lavoro, urbanizzazione e altre cause) , e la peggiorata situazione che il processo di deistituzionalizzazione ha provocato della psichiatria occidentale. Il trasferimento delle risorse dagli ospedali al trattamento erogato nella comunità ha infatti incontrato enormi difficoltà e complicato i sistemi sanitari: di fatto, gli investimenti economici che la società devolveva per le cure, quando gli ospedali vennero chiusi, non seguirono i pazienti nella loro nuova collocazione all’interno della comunità

Ore 14.30 – 18.00
Vengono tenuti Quattro Gruppi di Lavoro Paralleli presieduti dai Relatori principali con la partecipazione dei delegati, e nei quali si discutono nel dettaglio le tesi trattate nelle conferenze, si scambiano le diverse opinioni sulle materie , le esperienze dirette e i risultati ottenuti.


Sabato 12 ottobre
Ore 9.00 – 12.30 - Sessione Plenaria - Presiede Rodney Elgie, Presidente
Quarto Relatore Hon. Helen d’Amato (Parlamentare della Repubblica di Malta) sul tema “L’esperienza maltese su Disoccupazione e Salute Mentale”. L’esposizione verte sulle positive iniziative prese nel campo trattato e i contatti stabiliti con le associazioni dei datori di lavoro per l’esame delle possibilità di trovare e mantenere il lavoro alle persone con difficoltà psichiche. La Commissione Europea per il Lavoro e gli Affari Sociali basa la sua strategia sull’occupazione su quattro pilastri principali : possibilità di impiego, adattabilità, accordi con le imprese,e uguali opportunità, e tali strategie dell’occupazione devono valere anche per persone con problemi di salute mentale, essendo il lavoro un fondamentale diritto dell’uomo. A Malta è in atto un Progetto, denominato “The Supported Employment Programme”, al quale collaborano insieme la Richmond Foundation (www.richmond.org.mt - e-mail : info@richmond.org.mt) e l’ “Employment and Training Corporation” il cui obiettivo è di fornire servizi di tirocinio personalizzato alle suddette persone al fine di procurare loro un impiego sicuro, organizzando corsi a diversi livelli per i quali, nel primo anno di attuazione, si sono avuti 41 partecipanti. All’interno di questo progetto, specifico appoggio e addestramento vengono dati sia al futuro lavoratore che al datore di lavoro.Un’applicazione pratica del progetto si è avuta con una Amministrazione Comunale che impiegò , dietro offerta regolarmente presentata dalla Richmond Foundation , persone con problemi psichici nella manutenzione del verde nelle rotatorie agli incroci stradali, con risultato molto positivo. Altro esempio pratico e di successo viene dallo stesso Ospedale Psichiatrico che, invece di cercare addetti fuori della struttura, ha offerto un impiego di assistente interno ai suoi stessi pazienti, appoggiati dai terapeuti per la Riabilitazione e Occupazione.

Quinto Relatore Mag.Claudia Sirpa Pramhofer (Integral – Austria) tema “Disoccupazione e Salute Mentale negli Stati Membri UE”. Mag.Pramhofer , membro delGruppo di Lavoro per la selezione fra i metodi di lavoro degli Stati Membri UE e EEA, illustra nel dettaglio il “Progetto Europeo su Disoccupazione e Salute Mentale” basato su due parti principali, dati risultanti da ricerche e dati risultanti da attuazioni pratiche con esito positivo (progetto consultabile al sito http://www.umhp.org/ ) I progetti esaminati sono stati 56 provenienti da 17 Paesi (analisi delle legislazioni, delle applicazioni, delle azioni intraprese delle Amministrazioni locali, dei corsi di tirocinio etc.), dei quali, per ora, soltanto pochi raggiungono l’obiettivo del miglioramento della salute mentale. I messaggi chiave dei progetti sono: il datore di lavoro non cerca, deve essere contattato e cercato; il lavoro può finire, ma la professionalità acquisita resta; anche se si perde momentaneamente il lavoro, vale la pena mantenere una routine quotidiana e contatti sociali; il perdere il lavoro non è la stessa cosa che perdere un amico; l’essere disoccupato non costituisce un’onta e nemmeno un problema fisico mentale; il disoccupato deve essere trattato con riguardo e con rispetto; la disoccupazione è raramente volontaria. Le probabilità di successo del Progetto deriveranno da vari fattori tra i quali importanti la cooperazione tra politica della Salute e Politica dell’Occupazione, il coinvolgimento ufficiale di partners sociali, l’ambiente sociale, gli scambi internazionali. I progetti che vedono la cooperazione di e tra Danimarca, Germania, Inghilterra sono quelli che hanno finora dato il maggior contributo. L’obiettivo fissato è quello di combattere lo stigma e rafforzare l’autostima, anche attraverso l’uso dei mass media e le presentazioni al pubblico, di promuovere corsi di addestramento protetto e di dare conseguentemente ai giovani chances di lavoro. Oggi comunque sono attive molte organizzazioni, istituzionali e non, in Francia, Spagna, Italia, Islanda, Austria e Finlandia che portano avanti questo genere di progetti. In Austria è in atto un Progetto per la creazione di posti di lavoro, su basi di volontariato, per donne giovani al disotto dei 25 anni.

Sesto Relatore Dr:Wolfgang Rutz (World Health Organisation, Regional Office for Europe) tratta il tema “Le prospettive dell’Organizzazione Mondiale della Sanità su Disoccupazione e Salute Mentale”. Presenta una situazione comparata tra Stati Membri UE e Paesi dell’Est con particolare riferimento a Lituania, Estonia e Russia, dove i livelli di disoccupazione sono drammatici. I casi di alcolismo, di caduta in depressione, di autolesionismo e suicidio provocati dalla perdita del lavoro tra gli anni 80-90 fino al 2000 sono stati infatti in progressivo aumento, con incidenza maggiore tra la popolazione maschile, a confronto di una relativa stabilità verificatasi nei Paesi UE. A livello comunitario si stanno adottando linee guida sul modo di trattare il problema, sulla politica di valutazione della salute mentale in rapporto alle possibilità di inserimento lavorativo, sulla creazione di centri di collaborazione e di mezzi pratici adottabili, sull’importanza e la difficoltà dell’integrazione, sull’analisi degli aspetti etnologici della depressione e sul rapporto costi-benefici, laddove i benefici sono la dignità riacquistata, l’integrità di essere umano, il recupero dei diritti civili. Fa inoltre osservare come differenti culture diversifichino l’approccio al problema e incidano sulle aspettative delle varie società e infine focalizza un’ultima diversità tra Paesi UE e Paesi dell’Est, dove è ancora in atto una problematica conversione tra situazione agricola e industriale. (e-mail: wru@who.dk)

Settimo Relatore Prof.Antony Sheehan (NHS’s section on Mental Health –UK) – tema trattato “Sviluppare una Efficace Politica di Salute Mentale sui Fruitori e Prestatori di Cura”. L’esposizione si incentra sull’importante e ambizioso Progetto Governativo inglese sulla prevenzione, attualmente in fase di definizione, che prevede una collaborazione multisettoriale in termini di servizi per la salute mentale, una riforma dell’azione manageriale del settore pubblico (aumento della spesa per l’educazione sulla salute, obiettivi del servizio pubblico come ad esempio riduzione dei crimini della strada in 10 aree chiave del 14% entro il 2005, riforma degli investimenti, etc), una mirata azione politica di prevenzione del suicidio (rafforzamento dei servizi prestati nella comunità, assistenti per pazienti detenuti, garanzia del trattamento, intervento precoce, posto di lavoro e alloggio, assistenza per comunità di minoranze etniche, procedure legislative contro la discriminazione). I Servizi Pubblici vengono considerati , nella scala delle priorità, ai primi posti dal Governo inglese . I servizi per i fruitori e i prestatori di cura devono pertanto prevedere tirocini, impiego, mantenimento dell’attuale forza lavoro e creazione di nuovi posti, monitoraggio, servizi di routine, possibilità di sbocchi. In Inghilterra 630.000 persone accedono quotidianamente ai Servizi di Salute Mentale (e il suicidio costituisce un altissimo costo per l’economia) . Sono pertanto necessari un alto grado di preparazione specifica e teams qualificati, per evitare gli insuccessi del passato. Il NIMHE (National Institute for Mental Health in England) ha fatto un grosso lavoro nel settore collaborando alla definizione della Politica per la Salute Mentale e gli esiti sono stati positivi. E’ opinione del prof. Sheehan che , alla luce delle iniziative intraprese e del serio lavoro in atto nel campo trattato, la mentalità nella società inglese, compreso il Corpo Accademico, stia cambiando in meglio.

Ottavo Relatore Dr.Horst Kloppenburg (EU Commission – Directorate General Health and Consumer Protection – SANCO Luxembourg - (http://forum.europa.eu.int/Pulic/irc/sanco/Home/main ) – Riferisce su “Le Prospettive della Commissione Europea su Disoccupazione e Salute Mentale”. Parte dal dato statistico del tasso di disoccupazione europeo fissato a luglio al 7,7%, quantificato in 14 milioni di disoccupati. Afferma come sia della massima importanza per l’ auto-stima e la fiducia in sé stessi l’inclusione dei malati mentali nel contesto sociale, attestati gli indubbi deleteri effetti fisici, psicologici e sociali della disoccupazione sulla salute mentale. Affronta poi il tema delle competenze e degli obiettivi delle Istituzioni europee e illustra il Progetto europeo facente parte del “ Programma della Promozione della Salute”, iniziato ma non continuato due anni fa e ora ripreso da un consorzio allargato di networks europei, con il compito di sviluppare una strategia onnicomprensiva includente la necessità di arginare l’impatto negativo della disoccupazione sulla salute mentale, e con una più estesa piattaforma di discussione su temi legati tra loro ed esperimenti risultati efficaci. Il Progetto di ricerca si estende anche ai Paesi EEA in grado di apportare importanti contributi nello stabilire gli obiettivi prefissati (come prevenzione, identificazione delle procedure opportune). Per intervenire con efficacia e tentare di risolvere il problema, sono allo studio misure concrete contro lo stigma, l’emarginazione , il senso di colpa che affligge il malato mentale per la sua situazione, e per promuovere solidarietà a vari livelli. Il Progetto prevede precise e articolate raccomandazioni e dettati di comportamento per gli individui direttamente o indirettamente colpiti dalla disoccupazione, per i datori di lavoro, per i sindacati e per i professionisti coinvolti nel problema . Dichiara comunque che la UE, pur avendo il dovere di porre l’accento sulla prevenzione e di controllare se via sia qualcosa che non funziona nel modo giusto, non ha tuttavvia niente a che vedere con la somministrazione e la scelta dei trattamenti medici , materia questa di squisita competenza dei singoli Paesi. Il dr: Kloppenburg fornisce dettagli sulla promozione di progetti mirati presentati da Organizzazioni dei Paesi membri, sulle modalità di ottenimento e sui limiti dei finanziamenti erogati.

Ore 14.30 – 18.30 Sessione Plenaria – Presiede Hilkka Karkkainen
Relazioni sui 4 Gruppi di Lavoro paralleli tenuti il venerdì 11, breve presentazione dei risultati e discussione sugli argomenti trattati.
Discussione generale sul tema “Disoccupazione e alloggio”
Relazione del dr.P.L.Morselli sul “GAMIAN-Europe/BEAM Survey”. Lo studio internazionale condotto dal GAMIAN-Europe sui Disturbi dell’Umore , presentato alla “Third European Stanley Foundation Conference On Bipolar Disorders , September 12-14 2002” a Friburgo, dove ha ottenuto elogiativi apprezzamenti da parte di note personalità della psichiatria che ne hanno riconosciuto l’importanza e l’utilità, è stato redatto in collaborazione con Austria, Francia Finlandia, Ungheria, Italia, Portogallo, Russia, Scozia, Spagna , Svezia e Olanda. Più del 50% dei questionari, assolutamente anonimi, distribuiti a pazienti sono ritornati compilati (1733 su 3450) Lo studio si prefiggeva di far conoscere meglio la condizione passata e presente dei pazienti sofferenti da disturbi dell’umore e in specie da disturbi bipolari, di ottenere informazioni direttamente dal paziente ed affermare la necessità di maggiore educazione sia per il paziente che per la popolazione in generale e infine di trasmettere le informazioni raccolte alla comunità laica e a quella scientifica perché si prenda coscienza del grave peso dei disordini affettivi . I risultati sono molto interessanti. Il profilo dei soggetti trattati è molto simile a quello della popolazione in generale, ma la disoccupazione tra di essi è maggiore e la familiarità molto alta (64%). La maggioranza segue terapie farmacologiche, varianti da paese a paese, ma soltanto un terzo si sottopone a psicoterapia. In questa discrepanza gioca probabilmente un ruolo non indifferente la reperibilità del farmaco e il marketing operato dalle compagnie farmaceutiche. Molti, pur lamentandosi delle carenze e disfunzioni passate dei trattamenti farmacologici, sono per contro sembrati, al momento della compilazione del questionario, soddisfatti dei nuovi farmaci che hanno ridotto i negativi impatti degli effetti collaterali . Circa il 50% lamenta la mancanza di informazione da parte del medico curante, e soprattutto il totale silenzio sul come affrontare gli effetti collaterali. La posizione rispetto al trattamento farmacologico non è comunque netta, poiché se vi è da una parte la convinzione generale sulla validità del farmaco per controllare il disturbo, dall’altra permane il timore di effetti collaterali a lungo termine, e di conseguenza il trattamento viene visto come “dannoso per la salute”. L’87% ritiene che il disturbo abbia un considerevole impatto sulla propria vita , sia nelle relazioni interpersonali che in quelle familiari e di lavoro (circa il 50% constata una disparità di condizioni nelle funzioni e il 29% si sente discriminato a causa della sua diagnosi e solo una minoranza ha un impiego a tempo pieno), e provochi la sensazione di essere rifiutato dal contesto in cui si vive e stigmatizzato a livello sociale (il 55% si sente stigmatizzato, il 41% frequentemente ridicolizzato e il 38% ha difficoltà nell’esprimere le proprie opinioni). E’ sicuramente necessaria maggiore psicoeducazione, sia per il paziente che per i famigliari, più Gruppi di Auto-aiuto per facilitare la reintegrazione nella società. Dall’analisi risulta evidente la necessità di maggiore specifica informazione attraverso libri, videocassette per il paziente, maggior presenza nella stampa e nei mezzi audio-visivi, per una sensibilizzazione maggiore al problema da parte della cittadinanza e dei politici.
Si dà infine corso all’elezione del Consiglio d’Amministrazione che resterà incarica per il prossimo biennio. I nuovi eletti sono: Robert Ahlquist, Marianne Bakhujisen, Marianna Bogdan, Rodney Elgie, Dolores Gauci, Hilkka Karkkainen, Juan Mendice, Paolo Lucio Morselli, Christyane Paul, Carla Stanek-Zen, Petra Videmsk.

GAMIAN-Europe – Global Alliance of Mental Illness Advocacy Networks
Segreteria:
C/o IDEA , Milano - e-mail: ideaidea@tin.it www.fondazioneIdea.it

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