Legge 180
Oggi, in Italia, la Legge 180 che portò alla chiusura degli ospedali psichiatrici è posta in discussione e sono all’esame del Parlamento Italiano emendamenti e modifiche che alimentano le speranze di migliaia di famiglie di pazienti psichiatrici.
In questo quadro si è tenuto il 19 giugno nella sede del Parlamento Italiano, sala congressi Palazzo Marini, a Roma un importante convegno organizzato congiuntamente da ARAP Roma e GAMIAN-Europe e patrocinato dal Ministero della Salute sui differenti approcci alle leggi sulla psichiatria nei diversi paesi europei e sui futuri sviluppi del problema.
Dopo il messaggio di Maria Luisa Zardinidi ARAP e la lettura del telegramma del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, la sessione è stata aperta con una tavola rotonda presieduta dal prof. Paolo Lucio Morselli.- Segretario Generale GAMIAN-Europe.
Il prof. Morselli ha sottolineato come la legge 180 e la sua lacunosa applicazione nonché insufficiente miglioramento sia stata causa di drammatiche sofferenze per migliaia di famiglie e come oggi interventi a favore non solo dei pazienti ma anche delle famiglie dovrebbero costituire scelta primaria assolutamente necessaria per il miglioramento della situazione attuale.
Il prof. Anthony Sheenan - direttore Dipartimento Salute Mentale, Ministero della Salute, Gran Bretagna e Chief Executive Officer del NIMHE – nel sottolineare che una riforma del sistema della salute mentale è oggi considerata prioritaria dal governo britannico che ha stanziato in proposito il 12% della spesa per la Sanità, ha spiegato come al momento l’azione del governo britannico si muova su tre linee guida: 1) adozione di nuove politiche e nuovi servizi sul territorio, 2) approvazione di una nuova legge, 3) ricerca e distribuzione delle risorse necessarie. Ha inoltre puntualizzato che l’approvazione di una nuova legge è insufficiente di per sé a cambiare le cose in quanto è indispensabile che cambino anche i servizi, i comportamenti, le attitudini e la volontà di quanti dirigono e sono responsabili di questi servizi. Il prof. Sheenan ha inoltre spiegato nel dettaglio le azioni già compiute e ha posto l’accento in particolare sul ruolo centrale dei pazienti e dei parenti nella nuova organizzazione, nonché sulla battaglia condotta contro lo stigma socio-culturale legato alla malattia mentale e sulle azioni governative e gli sforzi intrapresi per il reinserimento sociale del malato mentale. Ha inoltre detto che la riforma della legge dovrà contemplare anche la possibilità del trattamento obbligatorio: la larga maggioranza dei pazienti psichici in Inghilterra non avrà mai bisogno di trattamento obbligatorio, ma esiste tuttavia un piccolo numero di pazienti, per l’esattezza 26.000, per i quali invece risulta necessario. Ha concluso l’intervento segnalando che il NIMHE – National Institute for Mental Health in England, sarà incaricato di monitorare il progetto di riforma dei servizi .
Il prof: Marc Louis Bourgeois - direttore Dipartimento Psichiatria Università di Bordeaux e presidente Società Francese Disordini Bipolari - ha relazionato sulla situazione psichiatrica in Francia. Il ricovero ospedaliero del malato mentale è regolamentato in Francia per legge dal 1990 e avviene in seguito a richiesta sia del paziente stesso che dei famigliari, oppure su richiesta delle autorità, dietro presentazione di certificato medico. La media dell’ospedalizzazione è di 30-45 giorni. Ha poi illustrato la situazione del personale ospedaliero e degli ospedali stessi in Francia - attualmente operano 93 ospedali -. Ha sottolineato il fatto che gli amministratori, malgrado il forte aumento negli ultimi due anni di emergenze psichiatriche, intendono dare corso nel prossimo futuro a una forte riduzione sia del numero degli psichiatri a tempo pieno nelle unità ospedaliere, sia del numero dei letti. Nel giugno 2003 gli “Stati Generali della Psichiatria” si sono decisamente opposti all’adozione di una tale scelta politica.
Il dr. Hakan Stoor - Bureau per la Difesa del Consumatore, Ministero della Giustizia, Finlandia - ha illustrato le norme che regolano le misure coercitive prese nei confronti del paziente psichiatrico in Finlandia e le linee guida per la difesa del malato mentale, in accordo con la nuova legge del 2000. Lo scopo della legge è quello di aumentare e rafforzare i diritti del cittadino. Il principio fondamentale di questa nuova legge è quello che il diritto del paziente all’autodeterminazione può essere limitato, e ciò per ogni tipo di trattamento medico, quando siano dichiaratamente necessarie misure di trattamento essenziale e quando sia necessario intervenire per salvaguardare la sicurezza del paziente medesimo, dei suoi famigliari e di terzi. Quando le misure adottate siano superiori come durata alle otto ore, si dovrà ricorrere a uno speciale ufficio attivo in ogni provincia.
Il prof. Thomas Kallert – vice direttore Dipartimento di Psichiatria Università di Dresda - ha descritto l’attuale situazione in Germania. Il sistema sanitario, di cui fa parte il sistema di cura della salute mentale, è assicurato a tutti i cittadini, con contributi versati sia dal datore di lavoro che dal lavoratore . Il funzionamento risulta però complicato soprattutto per il fatto che i “Länder”, i 16 Stati Federali della repubblica tedesca, hanno sistemi autonomi e leggi regionali, cosa che non rende agevole l’amministrazione della sanità. Le differenze fra i vari stati federali sono notevoli: per esempio, il periodo di detenzione del paziente prima della decisione del tribunale può variare da 24 a 72 ore. Altro problema è legato alla riunione della Germania avvenuta nel 1990, e alla difficile armonizzazione dei sistemi giudiziari delle due Germanie, che avevano in più risorse finanziarie ben diverse, anche se per fortuna , per quanto riguarda la sanità e in particolare la psichiatria e la formazione degli psichiatri, le analogie erano molte e i compiti sono quindi stati facilitati. Inoltre è in atto una grossa discussione ,a causa anche dei seri problemi finanziari si spera contingenti, che riguarda la drastica riduzione nelle prescrizioni mediche, la riduzione dell’accessibilità agli specialisti come gli psichiatri, e la riduzione delle degenze ospedaliere. Per le cure a lungo termine e la riabilitazione la situazione è migliore in quanto il finanziamento viene garantito dai fondi pensione e dai servizi sociali. Si sta lavorando molto per l’armonizzare e unificare a livello federale le leggi sulla psichiatria. Poiché lo standard delle cure negli ospedali è piuttosto basso, il Governo Federale , sulla base di uno studio ordinato a un’agenzia preposta, si propone di costituire nuovi dipartimenti psichiatrici negli ospedali, di istituire servizi ambulatoriali negli ospedali stessi, e di aumentare i ricoveri day-hospital. Un incremento dovrebbero avere i trattamenti riabilitativi, gli appartamenti protetti, le attività in comunità sociali e l’accesso al lavoro. Prof. Kallert ha posto l’accento sulla necessità di rafforzare i diritti dei pazienti e dei famigliari e di sensibilizzare l’opinione pubblica sui problemi della malattia mentale e delle cure.
Il prof.Gerolamo Sirchia – Ministro della Sanità, Italia – ha confermato la necessità di modificare la situazione attuale italiana.
L’on. Burani Procaccini – membro del Parlamento Italiano - ha descritto i contenuti della nuova proposta di legge e ha assicurato che la nuova legge verrà sottoposta al voto delle Camere entro l’autunno.
Il prof: Cantelmi - cattedra Dipartimento Psichiatrico, Università Cattolica, Roma - ha segnalato che in una recente pubblicazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità la legge 180 non veniva considerata un successo ma piuttosto un insuccesso.
Sono seguiti interventi e presentazioni di vari Parlamentari Italiani e documentate testimonianze da parte di ARAP, DIAPSI-Piemonte e anche da parte di famigliari convocati, interventi tutti focalizzati sulla “violenza intra-moenia”.
Ha chiuso il Congresso un accorato appello di Maria Luisa Zardini a politici e amministratori per un aiuto più concreto e un miglioramento tangibile della situazione attuale. [Diapsi]
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