6 dicembre 2003

Nuovo codice sulla privacy
La tutela dei dati personali in materia di sanita' si arricchisce di nuovi strumenti, piu' pratici ed efficaci, grazie al codice sulla privacy che sara' in vigore dal 1 gennaio 2004; e nel nuovo ordinamento si prevedono anche misure che modificano l'organizzazione delle strutture sanitarie e non piu' solo dei principi di carattere giuridico come faceva la legge del '96. Come ha spiegato il responsabile della sanita' del garante della privacy, Riccardo Acciai, i 196 articoli del nuovo testo legislativo prevedono modifiche sostanziali rispetto alla vecchia legge.
Ecco i punti essenziali: "Innanzitutto sara' possibile - sottolinea Acciai - dare l'informativa e raccogliere il consenso dell'interessato con modalita' semplificate. Sara' infatti il medico di base a informare e acquisire il consenso del paziente, valevole sia per i medici specialisti che per i farmacisti. Cosi' con un particolare bollino sulla ricetta, il medico e il farmacista sapranno gia' che l'utente e' stato informato". Ad essere modificate non sono state solo le modalita' di raccolta dei dati, ma anche quelle organizzative all'interno delle strutture sanitarie e dello svolgimento delle prestazioni. "Per esempio si verra' chiamati per numero e non per nome - continua Acciai - e si dovra' rispettare una distanza di sicurezza mentre si sta in fila per prenotare delle analisi. Verranno predisposti dei locali idonei per i colloqui con i pazienti e si faranno allontanare parenti ed altri soggetti estranei nel corso della visita. . La disciplina della protezione dei dati potra' avvalersi di un altro utile strumento, ossia la collaborazione della Guardia di Finanzia all'attivita' del Garante, in base al protocollo d'intesa siglato nel 2002. Tra i compiti del nucleo speciale per la funzione pubblica delle fiamme gialle, ci saranno infatti il reperimento dei dati e delle informazioni da controllare, l'assistenza al garante presso l'autorita' giudiziaria, la partecipazione alle ispezioni e l'esecuzione di indagini conoscitive sullo stato di attuazione della legge. Un'attuazione che, secondo l'indagine svolta dalla Confconsumatori, mostra grande confusione tra gli addetti ai lavori. "La nostra mappatura - racconta Cecilia Di Stefano di Confconsumatori - ha riguardato le 300 strutture sanitarie pubbliche, private convenzionate e non convenzionate della regione Lazio. Delle 160 che hanno risposto al nostro questionario, il 35% ha dichiarato di non trattare dati sensibili, cosa impossibile visto che i tutti dati sanitari sono sensibili". E' emerso inoltre che il 39% ha formalizzato la nomina dei responsabili e degli incaricati al trattamento dei dati, ma solo il 24% delle strutture ha proceduto alla loro formazione. "Il 78% delle aziende certificate - conclude Di Stefano - non ha il documento programmatico, mentre l'87% non e' certificato. La conclusione che si puo' trarre e' che, pur essendoci disponibilita' e interesse alla materia da parte degli addetti ai lavori, lo stato di attuazione della legge non e' soddisfacente ne' per gli utenti ne' per le strutture sanitarie".(ANSA).

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