15 ottobre 2005

Pregiudizi nazionali
Gli stereotipi sui gruppi culturali sono quasi sempre errati

Secondo uno studio del National Institute on Aging (NIA) degli Stati Uniti, gli stereotipi semplificati dei “tipici” americani, brasiliani, cinesi e di altri gruppi nazionali sono molto diffusi ma quasi sempre errati. I ricercatori hanno esaminato l’accuratezza degli stereotipi nazionali di 49 culture di tutto il mondo: i risultati, pubblicati sul numero del 7 ottobre della rivista “Science”, hanno importanti implicazioni per comprendere i pregiudizi che caratterizzano alcuni gruppi sociali. Gli stereotipi nazionali non sono generalizzazioni basate sulle osservazioni di tratti della personalità degli abitanti di un paese, bensì costruzioni sociali, probabilmente basate sulle condizioni economiche, la storia, i costumi, i miti e i valori di una cultura. Antonio Terracciano e Robert R. McCrae hanno collaborato con 85 colleghi di tutto il mondo che hanno partecipato al Personality Profiles of Cultures Project, un progetto di ricerca sulle caratteristiche e i tratti della personalità attraverso le diverse culture. “Lo studio - spiega McCrae - aiuta a comprendere meglio gli stereotipi che influenzano le interazioni sociali in molti gruppi. Gli stereotipi nazionali possono fornire alcune informazioni su una cultura, ma non descrivono bene le persone. In effetti, gli stereotipi sfavorevoli sui gruppi nazionali o etnici sono potenzialmente molto pericolosi e formano le basi di pregiudizi, discriminazioni, persecuzioni e persino genocidi”. Secondo i ricercatori, gli stereotipi diventano “fenomeni culturali” e vengono diffusi attraverso i media, i discorsi politici, l’istruzione, la storia e le barzellette. In studi precedenti, gli autori avevano stimato i livelli medi di alcune caratteristiche della personalità in 49 culture richiedendo autovalutazioni ai partecipanti. Stavolta i ricercatori hanno chiesto a circa 4000 partecipanti di descrivere il “tipico” membro della propria cultura. Quando hanno confrontato i livelli medi così ottenuti con gli stereotipi, gli scienziati non hanno trovato alcun accordo. Per esempio, gli americani ritengono che il tipico americano sia molto accondiscendente, e i canadesi che il tipico canadese sia umile, ma in realtà per entrambi i valori di queste caratteristiche sono leggermente inferiori alla media. I cittadini indiani si dipingono come poco convenzionali e aperti a una gran varietà di nuove esperienze, ma le misure della personalità mostrano che sono molto più conservatori del resto della popolazione del mondo. I cechi credono di essere ostili e antipatici, mentre in realtà i loro punteggi nelle misure di altruismo e modestia sono superiori alla media globale. McCrae e colleghi estenderanno ora questo tipo di ricerca transculturale alle diverse fasce di età ed esamineranno gli stereotipi generazionali. Studi già condotti presso il NIA hanno mostrato che gli stereotipi che ritraggono gli anziani come chiusi e rigidi sono in gran parte privi di fondamento e contribuiscono alla loro discriminazione.

Antonio Terracciano, Robert R. McCrae, et. al., “National Character Does Not Reflect Mean Personalità Trait Levels in 49 Cultures”. Science (7 ottobre 2005).

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