1 marzo 2011

COSA SUCCEDERA' AI NARCISISTI?

I disturbi di personalità dal Dsm-Iv al Dsm-5: che cosa succederà ai pazienti narcisistici? Se ne è discusso sabato 26 febbraio al convegno organizzato dall'Ordine degli psicologi del Lazio.

La quinta edizione del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (Dsm-5, a cura dell'Apa, vedi www.dsm5.org), che verrà pubblicata nel 2013, presenterà numerosi cambiamenti rispetto all'edizione uscita 11 anni fa e oggi in uso. La sezione relativa ai disturbi di personalità è una di quelle che mostra le modifiche più rilevanti. La nuova nosografia esclude infatti l'esistenza di alcuni disturbi di personalità, come quelli paranoide, istrionico, narcisistico e dipendente, lo studio delle cui caratteristiche ha prodotto negli anni una letteratura di riferimento imprescindibile sia come mole di dati empirici accumulati sia come osservazioni cliniche, diagnostiche e terapeutiche.
"L'importanza di una giornata di studi come quella promossa dall'Ordine degli psicologi del Lazio questa mattina alla Biblioteca Nazionale di Roma- ha commentato Vittorio Lingiardi- consiste nell'aver restituito vitalità clinica e culturale al concetto di diagnosi e al suo impiego. In altre parole, come recita il titolo di un bel libro di James Barron, abbiamo cercato di dare un senso alla diagnosi. Perché diagnosi, nel campo dei disagi e dei disturbi mentali, non è solo il tentativo di dare un nome condiviso e una descrizione affidabile a una condizione di sofferenza psicopatologica. Diagnosi è anche il risultato di un processo decisionale e soprattutto la premessa di lavoro clinico. In altre parole, la diagnosi deve essere utile sia al clinico sia al paziente. E' soprattutto perché cogliamo il rischio di confusione metodologica e scarsa utilità clinica che guardiamo con una certa preoccupazione alle proposte in tema di disturbi della personalità avanzate dagli estensori del Dsm-5, il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, a cura dell'American psychiatric association che, dalla prima edizione del 1952, propone classificazioni sempre aggiornate dei disturbi mentali. In particolare, il rischio riguarda l'esclusione di alcune diagnosi di disturbo di personalità (narcisistico, istrionico, paranoide, dipendente) dall'edizione del Dsm-5 la cui uscita e' prevista per il 2013". La presidente dell'Ordine degli psicologi del Lazio, Marialori Zaccaria, ha ricordato il peso e l'importanza che potrà avere il documento, in lavorazione, che sarà inviato all'American psychiatric association (Apa), per esplicitare le ragioni del dissenso. Il prossimo 20 aprile, infatti, scadrà il limite di tempo stabilito dall'Apa per accogliere proposte, commenti e critiche da parte delle comunità scientifiche coinvolte, che saranno vagliati nei prossimi mesi fino al 2013. "Ci preoccupa moltissimo- ha aggiunto la presidente Zaccaria- la progressiva medicalizzazione del disagio mentale, perché viene data più importanza alle malattie in cui e' consigliato l'uso dei farmaci. La prassi clinica e psicoterapeutica ci dice che non possono essere eliminate quelle patologie, che non rispondono a cure farmacologiche e che, dunque, più di altre vengono trattate con "cure" psicoterapeutiche. La nuova edizione del Dsm rischia di peggiorare la situazione, assecondando il principio della non rimborsabilità delle patologie non inserite in esso. In altre parole, non potendo trovare un farmaco che curi il narcisismo, i narcisistici patologici diventano sani per statuto, in modo che le compagnie assicurative possano evitare di rimborsarne le psicoterapie. Ma potrebbero nascere problemi anche rispetto alle perizie: ad esempio, la Sacra Rota annovera tra i vari disturbi di personalità, validi per l'annullamento di un matrimonio, il disturbo narcisistico. Vista l'importanza che un manuale diagnostico come il Dsm ha nel mondo occidentale- conclude Zaccaria- potrebbe accadere che una perizia di disturbo di personalità narcisistico non possa più essere utilizzata a tal fine. Lo stesso potrebbe avvenire per l'affido di un minore nell'ambito di una separazione".

Vittorio Lingiardi ha introdotto la "Lectio magistralis" di Jonathan Shedler, studioso americano, anche il primo firmatario di un autorevole cartello di esperti (Jonathan Shedler, Aaron Beck, Peter Fonagy, Glen Gabbard, John Gunderson, Otto Kernberg, Robert Michels e Drew Westen), che nel 2010, dalle pagine dell'American Journal of Psychiatry, ha lanciato un allarme sul futuro diagnostico dei disturbi di personalità. Il gruppo di esperti ha definito la diagnostica di personalità proposta dal Dsm-5 "un agglomerato poco maneggevole di modelli disparati e male assortiti, che rischia di trovare pochi clinici disposti ad avere la pazienza e la costanza di farne effettivamente uso nella loro pratica". "Il DSM-5- ha ribadito Schedler- cerca di coniugare le esigenze e le scoperte della psichiatria, della psicologia clinica e della psicologia accademica, ma finisce per dar vita a un sistema di valutazione macchinoso e teoricamente poco coerente".

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