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3 luglio 2012

SALVINI: non credo al DSM

"DIAGNOSI ANCHE SU BAMBINI SONO ERRATE, TESTO DOMINATO DA CASE FARMACEUTICHE".
"Una diagnosi di psicosi su due è sbagliata e forse sono ottimista. Come clinico credo che esistano disagi, ma so che altri non esistono in nessun modo. Non ho mai creduto al Dsm, ne' alla sua validità scientifica". Ha tagliato corto Alessandro Salvini, professore emerito di psicologia clinica all'Università di Padova, che in un'intervista all'agenzia di stampa Dire ha definito il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, Dsm, la cui prossima pubblicazione è prevista per maggio 2013, come il "manuale americano, guidato e dominato dalle case farmaceutiche che investono milioni di dollari sui suoi componenti per ricavarne miliardi successivamente. Del resto- ha aggiunto- si pensi che nel '73, per un compromesso con i russi, fu introdotto il disturbo di opposizione politica".
Professore, cosa pensa dell'introduzione del disturbo di iperattività, ADHD, nel Dsm V? "Da sempre i bambini sono iperattivi e quando lo sono un po' di più vuol dire che hanno problemi a casa. Allora- ha spiegato l'esperto- si dovrebbe intervenire sui genitori, invece si è fabbricata una bella malattia su misura e si sono costruiti milioni di bambini ammalati a cui dare il Ritalin".
È d'accordo sull'esclusione della sindrome di Asperger, che per il Dsm V non farà più parte dello spettro autistico? "Dovrei rispondere che si dice che un grandissimo psichiatra italiano vivente pare ne sia affetto. Uno famoso, che se lo si guarda non ride mai. Anche qui il problema sta nella diagnosi e in chi la fa- ha ribadito Salvini- se ci sono famosi primari di ospedali pediatrici che non hanno la specializzazione in neuropsichiatria infantile, ma in neurologia, ci si può fidare di queste diagnosi? Quanti bambini saranno diagnosticati come malati senza esserlo? Sappiamo che il disturbo di adattamento non è una malattia ma che viene utilizzato come diagnosi e che almeno il 40% delle diagnosi di dislessia sono sbagliate?".
Se nel Dsm V non esisteranno più la sindrome psicotica attenuata e il disturbo misto d'ansia e depressione che fine faranno le persone che ne soffrono? Questi disturbi "vanno nella sezione delle raccomandazioni". Una contraddizione per il professore: "Loro dicono che c'e' una sindrome subclinica psicotica che puo' riguardare l'8% della popolazione, mentre il professor Jim Van Os, che è il più grande psichiatra del mondo, forse, dice che la percentuale varia dal 10 al 20 e che si tratta di forme transitorie nel 75-80% dei casi. Una cosa assurda inserirla come malattia".
Cosi come "è assurdo e non si dice che moltissimi puberali hanno rituali transitori, tipici dell'infanzia e dell'adolescenza, come contare le targhe, i numeri o fare cose scaramantiche. Ma se si va dallo psichiatra infantile- ha precisato Salvini- dirà che e' un disturbo d'ansia. La psichiatria esercita il potere, oggi inserisce anche la sindrome premestruale come disturbo, ma questo potere svanirà con l'avanzata di paesi civili, di colossi come l'India e il Brasile che hanno una cultura antropologica forte e che soppianteranno il potere americano".
La psichiatria "ci ha messo una vita a dire quello che gente come me scrive da 30 anni. Il presidente della società mondiale di psichiatria, Mario Maj, citando un rigoroso lavoro di Iris Sommer, ha riportato infatti che il 10-15% della popolazione generale ha allucinazioni acustiche senza essere psicotica! Questa- ha concluso Salvini- è una rivoluzione culturale che toglie etichette e che conferma indirettamente quante diagnosi sbagliate possano esserci in psichiatria".

2 novembre 2011

CONTRO IL DSM 5

Cari colleghi,
giro qui un appello di Paolo Migone:

"Allen Frances, capo della task force del DSM-IV, è appena tornato negli Stati Uniti dopo aver tenuto alcuni seminari in Italia nei quali ha parlato delle sue critiche alle proposte del DSM-5, previsto per il 2013. Mi ha chiesto il favore, e lo faccio volentieri, di diffondere in Italia la notizia che pochi giorni fa alcune associazioni americane hanno deciso di iniziare una grande raccolta di firme, su scala mondiale, per chiedere alla task force del DSM-5 di ritirare alcune delle proposte fatte. Queste proposte del DSM-5 possono far aumentare esageratamente alcune diagnosi psichiatriche (quindi creare moltissimi “falsi positivi”), con risultato che non solo si distorcerebbero i dati epidemiologici ma soprattutto a molti cittadini verrebbero prescritti farmaci non necessari e a volte pericolosi (è fin troppo evidente in questa operazione l’interesse delle case farmaceutiche, che condizionano pesantemente la cultura e la pratica della psichiatria).
Sarebbe troppo lungo qui entrare nel dettaglio di quali sono le proposte diagnostiche discutibili del prossimo DSM-5. Si può solo accennare a quella di “Sindrome da rischio psicotico”, per cui molti giovani potrebbero essere etichettati in questo modo e ricevere gli antipsicotici atipici che, oltre a essere molto costosi, possono provocare aumenti di peso (e tra l’altro pare che non diminuiscano il rischio di schizofrenia). Oppure si pensi all’ampliamento dei criteri della Depressione Maggiore che vorrebbe includere aspetti del lutto, per cui, per così dire, a molte persone verrebbe tolta la legittimità di essere tristi (con tutti gli aspetti adattivi e di “salute mentale”), verrebbero etichettate come “depresse” e riceverebbero farmaci antidepressivi (peraltro di poca efficacia, come è emerso da molte ricerche controllate), senza contare che già l’11% della popolazione americana li assume (una percentuale impressionante, che fa pensare che vengano prescritti anche a molti che non ne hanno bisogno). Oppure si pensi al Binge Eating, anch’esso ampliato nei criteri, e così via. In generale, insomma, il DSM-5 abbasserebbe molto la soglia di molte diagnosi. Le implicazioni sociologiche ed economiche di questa problematica sono fin troppo ovvie che non c’è bisogno di menzionarle. [...] L’idea è che, se molti membri della professione protestano contro questa bozza, gli autori del DSM-5 temano che il manuale poi venda poco o non venga seguìto, e che questa loro paura possa indurli a fare delle modifiche. [...] Per firmare la petizione occorre andare alla pagina web:
http://www.ipetitions.com/petition/dsm5/#sign_petition
e scorrerla fino in fondo dove c’è il modulo per firmare"

1 marzo 2011

COSA SUCCEDERA' AI NARCISISTI?

I disturbi di personalità dal Dsm-Iv al Dsm-5: che cosa succederà ai pazienti narcisistici? Se ne è discusso sabato 26 febbraio al convegno organizzato dall'Ordine degli psicologi del Lazio.

La quinta edizione del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (Dsm-5, a cura dell'Apa, vedi www.dsm5.org), che verrà pubblicata nel 2013, presenterà numerosi cambiamenti rispetto all'edizione uscita 11 anni fa e oggi in uso. La sezione relativa ai disturbi di personalità è una di quelle che mostra le modifiche più rilevanti. La nuova nosografia esclude infatti l'esistenza di alcuni disturbi di personalità, come quelli paranoide, istrionico, narcisistico e dipendente, lo studio delle cui caratteristiche ha prodotto negli anni una letteratura di riferimento imprescindibile sia come mole di dati empirici accumulati sia come osservazioni cliniche, diagnostiche e terapeutiche.
"L'importanza di una giornata di studi come quella promossa dall'Ordine degli psicologi del Lazio questa mattina alla Biblioteca Nazionale di Roma- ha commentato Vittorio Lingiardi- consiste nell'aver restituito vitalità clinica e culturale al concetto di diagnosi e al suo impiego. In altre parole, come recita il titolo di un bel libro di James Barron, abbiamo cercato di dare un senso alla diagnosi. Perché diagnosi, nel campo dei disagi e dei disturbi mentali, non è solo il tentativo di dare un nome condiviso e una descrizione affidabile a una condizione di sofferenza psicopatologica. Diagnosi è anche il risultato di un processo decisionale e soprattutto la premessa di lavoro clinico. In altre parole, la diagnosi deve essere utile sia al clinico sia al paziente. E' soprattutto perché cogliamo il rischio di confusione metodologica e scarsa utilità clinica che guardiamo con una certa preoccupazione alle proposte in tema di disturbi della personalità avanzate dagli estensori del Dsm-5, il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, a cura dell'American psychiatric association che, dalla prima edizione del 1952, propone classificazioni sempre aggiornate dei disturbi mentali. In particolare, il rischio riguarda l'esclusione di alcune diagnosi di disturbo di personalità (narcisistico, istrionico, paranoide, dipendente) dall'edizione del Dsm-5 la cui uscita e' prevista per il 2013". La presidente dell'Ordine degli psicologi del Lazio, Marialori Zaccaria, ha ricordato il peso e l'importanza che potrà avere il documento, in lavorazione, che sarà inviato all'American psychiatric association (Apa), per esplicitare le ragioni del dissenso. Il prossimo 20 aprile, infatti, scadrà il limite di tempo stabilito dall'Apa per accogliere proposte, commenti e critiche da parte delle comunità scientifiche coinvolte, che saranno vagliati nei prossimi mesi fino al 2013. "Ci preoccupa moltissimo- ha aggiunto la presidente Zaccaria- la progressiva medicalizzazione del disagio mentale, perché viene data più importanza alle malattie in cui e' consigliato l'uso dei farmaci. La prassi clinica e psicoterapeutica ci dice che non possono essere eliminate quelle patologie, che non rispondono a cure farmacologiche e che, dunque, più di altre vengono trattate con "cure" psicoterapeutiche. La nuova edizione del Dsm rischia di peggiorare la situazione, assecondando il principio della non rimborsabilità delle patologie non inserite in esso. In altre parole, non potendo trovare un farmaco che curi il narcisismo, i narcisistici patologici diventano sani per statuto, in modo che le compagnie assicurative possano evitare di rimborsarne le psicoterapie. Ma potrebbero nascere problemi anche rispetto alle perizie: ad esempio, la Sacra Rota annovera tra i vari disturbi di personalità, validi per l'annullamento di un matrimonio, il disturbo narcisistico. Vista l'importanza che un manuale diagnostico come il Dsm ha nel mondo occidentale- conclude Zaccaria- potrebbe accadere che una perizia di disturbo di personalità narcisistico non possa più essere utilizzata a tal fine. Lo stesso potrebbe avvenire per l'affido di un minore nell'ambito di una separazione".

Vittorio Lingiardi ha introdotto la "Lectio magistralis" di Jonathan Shedler, studioso americano, anche il primo firmatario di un autorevole cartello di esperti (Jonathan Shedler, Aaron Beck, Peter Fonagy, Glen Gabbard, John Gunderson, Otto Kernberg, Robert Michels e Drew Westen), che nel 2010, dalle pagine dell'American Journal of Psychiatry, ha lanciato un allarme sul futuro diagnostico dei disturbi di personalità. Il gruppo di esperti ha definito la diagnostica di personalità proposta dal Dsm-5 "un agglomerato poco maneggevole di modelli disparati e male assortiti, che rischia di trovare pochi clinici disposti ad avere la pazienza e la costanza di farne effettivamente uso nella loro pratica". "Il DSM-5- ha ribadito Schedler- cerca di coniugare le esigenze e le scoperte della psichiatria, della psicologia clinica e della psicologia accademica, ma finisce per dar vita a un sistema di valutazione macchinoso e teoricamente poco coerente".