25 settembre 2013

WebTherapy

LA7D. Psicoanalisi on line la terapia dura tre minutidi Chiara Daina, il Fatto (17.09.13)

Con internet il mondo entra in casa tua. Con internet tutto è a portata di clic e tutto diventa fai da te, dalla vacanza all’università, foto, video, film, libri, ricerca di casa, aereo, babysitter, corso di inglese, orto sul balcone, trucco, cucina, chitarra. Si dice che internet rende gli umani pigri, crea posti di lavoro, ruba posti di lavoro, taglia fuori gli anziani, uccide l’innovazione, spegne la creatività, stimola i neuroni. Dunque, lo spazio virtuale è di tutto e di più. O, se si preferisce, è ciò che di più controverso possa esistere. È anche il lettino dello psicanalista, incluso lo psicanalista. La nuova grammatica della psicologia si chiama Webtherapy, in onda su La7d. Non richiede niente di fisico, nessuno in carne e ossa. Basta munirsi di un computer, perfino un iPad o uno smartphone, una connessione internet, una webcam e un account su Skype. E la psicoterapia è quasi fatta. Dall’altra parte dello schermo, infatti, si deve palesare il volto della dottoressa Fiona Wallice, alias Lisa Kudrow. Cioè l’ex attrice di Friends, esilarante e fortunatissima sitcom made in Usa. Capello lungo, biondo, liscio e voluminoso e tanta faccia tosta. Suo marito è un avvocato. Lei viene da una famiglia benestante. Per lei il lavoro è soltanto un hobby, anzi il capro espiatorio delle sue nevrosi: Wallice è egocentrica, isterica, pungente e arrogante. I problemi degli altri sono la fonte del suo business: il franchising della web therapy. Si procaccia i pazienti online grazie al sito internet e fa sedute esclusivamente mordi e fuggi. Durata: tre minuti. Non un secondo di più, altrimenti perde la pazienza e le staffe.
UN PAZIENTE gli chiede un appuntamento di 50 minuti. Lei replica così: “In tre minuti si è obbligati ad arrivare al punto”. Come fa lei, che spiattella la verità in un colpo senza farla digerire agli assistiti: “Lei si attacca agli uomini che fuggono perché è stata cresciuta da una coppia di lesbiche e quindi senza una figura paterna, per cui è familiare vivere l’assenza maschile”. Oppure “A lei sono mancate le attenzioni di sua madre e quindi non cerca la donna indipendente ma la badante”. Un altro le chiede di essere ricevuto di persona nel suo studio. La dottoressa inorridisce e lo taccia di stalking. Dinamiche surreali, analisi forzate, sprazzi di lumi freudiani qua e là. Il pubblico da casa vede due finestre della video chat aperte. Nessun montaggio, mai cambi di inquadratura. Per fortuna è solo una serie tv...

o no?

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