4 ottobre 2013

Perché i cani sbadigliano quando sbadiglia un essere umano

Perché i cani sbadigliano quando sbadiglia un umano State sbadigliando? Se c'è qualcuno vicino a voi, probabilmente vi imiterà entro pochi secondi. Gli esseri umani mostrano infatti uno strano fenomeno di “contagio”, per cui tendono a sbadigliare se vedono un'altra persona che lo fa (persino se si tratta di un video o di una fotografia).

Perché ciò succeda non è esattamente chiaro. Alcuni sostengono che si tratti di un comportamento che aiuta a rimanere svegli, altri che si tratti di una comunicazione di gruppo, cioè di una modalità non verbale di comunicare agli altri che avete sonno. Un'altra più recente ipotesi è che il fenomeno sia legato all'empatia che proviamo nei confronti delle persone intorno a noi.
I soggetti che sono più empatici, infatti, sono anche quelli che sbadigliano con più frequenza quando vedono gli altri sbadigliare, e questo fenomeno di imitazione avviene con più probabilità quando si tratta di amici o parenti che di estranei.

A supporto dell'ipotesi che l'empatia c'entri qualcosa vi è inoltre il fatto che lo sbadiglio per imitazione inizia a presentarsi nei bambini non prima dei 5-6 anni, quando appunto si sviluppa la capacità empatica: prima di quell'età, infatti, i piccoli non sanno rappresentarsi pensieri ed emozioni delle altre persone. A ulteriore conferma di questa ipotesi vi è l'osservazione che i bambini autistici, che hanno grosse difficoltà a provare empatia, non sbadigliano quando vedono un'altra persona che lo fa, anche se viene richiesto loro di fissarla negli occhi.
Ma oltre agli esseri umani, sembra che anche altri animali sbadiglino per imitazione, e secondo modalità che rafforzerebbero l'ipotesi che si tratti in un comportamento che ha a che vedere con l'empatia o con i legami sociali: gli
scimpanzé, per esempio, sbadigliano solo quando vedono che lo fa un altro membro del proprio gruppo di appartenenza.
Oltre ai primati, anche i cani mostrano questo comportamento, imitando però anche lo sbadiglio di un'altra specie: la nostra. Si sa che i cani sono eccezionali nel cogliere i segnali sociali degli esseri umani. È possibile dunque che per effetto della domesticazione e della coevoluzione con l'uomo, i cani si siano così “sintonizzati” sulla comunicazione umana da arrivare addirittura a sbadigliare per empatia quando ci vedono farlo?

Questa idea sembra avere il supporto di alcuni risultati sperimentali: uno studio pubblicato nel 2012 su “Animal Cognition” a firma di Karine Silva dell'Università di Porto, in Portogallo, ha rilevato che i cani sbadigliavano più frequentemente udendo il suono registrato dello sbadiglio del proprio padrone che sentendo quello di altri individui. Un altro esperimento su sbadigli “dal vivo”, tuttavia, non ha confermato la correlazione.
Un'altra possibilità è che lo sbadiglio dei cani sia correlato allo stress. Molti animali sbadigliano in risposta alle situazioni stressanti e questo fenomeno è stato riscontrato in particolare nei cani. Questi sbadigli “da tensione” appaiono del tutto simili a quelli “da sonno”, eccetto per il fatto che accompagnano altri comportamenti come ansimi, tremori e mugolii. Perciò, è possibile che i cani percepiscano come stressante la voce o lo sbadiglio del proprio padrone e che ciò li faccia sbadigliare, e questo sbadiglio di tensione sia scambiato per uno contagioso.
È stata avanzata anche l'ipotesi che gli sbadigli umani siano interpretati dai cani come minacciosi, o almeno come segnali di stress, il che porterebbe il cane a sentirsi stressato a sua volta e a sbadigliare. Questo spiegherebbe la scoperta che i cani ospitati nei canili sbadigliano più frequentemente con gli sconosciuti che con le persone familiari.

Una delle ragioni del contrasto tra questi risultati è nelle diverse metodologie adottate negli studi. Se lo stress è una causa di sbadiglio nei cani, alcuni aspetti degli esperimenti potrebbero essere troppo stressanti per loro, e quindi causare ulteriori sbadigli, che non sarebbero dovuti al setting sperimentale ma al fatto che esso è stressante di per sé.
Una nuova ricerca ha cercato di affrontare queste discrepanze verificando se i cani contagiati dallo sbadiglio avessero nella saliva livelli più elevati di cortisolo, l'ormone dello stress, o fornissero migliori prestazioni nei test tesi a verificare la loro percettività dei segnali sociali umani. Ciò avrebbe potrebbe fornire un supporto all'ipotesi di un certo grado di empatia con gli esseri umani.

In questo studio, gli autori Buttner e Strasser, del Dipartimento di Psicologia dell'Università del Nebraska a Omaha, hanno utilizzato 60 cani provenienti dal canile della Nebraska Humane Society. Uno sperimentatore con cui il cane non aveva familiarità si poneva di fronte all'animale, ne catturava l'attenzione pronunciandone il nome e poi sbadigliava. Ogni cane veniva anche sottoposto a un test di controllo, in cui lo sperimentatore apriva solamente la bocca invece di sbadigliare.
I cani sono stati poi sottoposti a un test per valutare la loro abilità di rispondere a segnali umani utilizzando il compito di scelta dell'oggetto, in cui il cane doveva trovare un oggetto nascosto osservando la direzione dello sguardo dello sperimentatore. Risultato: i cani sbadigliavano in ugual misura nel “test di sbadiglio” e nel “test di controllo”, ma quelli che sbadigliavano solo nel primo caso mostravano, rispetto agli altri, più alti livelli di cortisolo quando vedevano gli esseri umani sbadigliare. E non si trattava di cani complessivamente più stressati, poiché i livelli di cortisolo iniziali non erano anormali, e neppure si comportavano meglio nel compito di scelta dell'oggetto, il che esclude che fossero più bravi nel cogliere i segnali umani.

Buttner e Strasser ipotizzano che il modo in cui i cani percepiscono gli sbadigli umani dipenda dal contesto. Quando sono stressati, e vedono gli esseri umani sbadigliare, sbadigliano per stress. Quando invece sono più rilassati, per esempio quando sono in casa con il proprio padrone, forse interpretano il suo sbadiglio come sonnolenza e manifestano uno sbadiglio contagioso per altre ragioni.

Per scoprire se lo sbadiglio contagioso dei casi è effettivamente correlato alla loro capacità di percepire i segnali sociali umani occorrerà insomma condurre esperimenti in contesti più "confortevoli", dove gli animali sono più rilassati.


(versione originale su scientificamerican.com del 28 maggio 2013)

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