Individuare precocemente una malattia da la possibilità ai medici di
intervenire tempestivamente sui pazienti, attuando delle terapie mirate
anche se in certi casi non si hanno ancora i mezzi per bloccare la
progressione della patologia si possono contenere alcuni disturbi.
Presto verrà avviato uno studio a livello mondiale che vede la
partecipazione anche dell'Italia; l'obiettivo è quello di verificare
l'efficienza di un test dell'olfatto in grado di individuare in maniera
precoce chi potrebbe sviluppare il Parkinson. La notizia è stata
annunciata dal neurologo Fabrizio Stocchi durante l'ottavo convegno
annuale sulla malattia di Parkinson organizzato dall'Associazione Italiana Parkinsoniani.
Il compito dei ricercatori è quello di prevedere se una qualsiasi
persona svilupperà prima o poi una malattia di Parkinson; per fare ciò
hanno analizzato se nelle fasi antecedenti la malattia fossero presenti
sintomi in qualche modo di significato predittivo.
Fra questi sintomi si
è individuato un difetto dell'olfatto, molti pazienti perdono la
capacità di percepire gli odori 3-4 anni prima della comparsa dei
sintomi più comuni. Partendo da questa conoscenza verrà ora avviato uno
studio che verificherà l'attendibilità di questo test come diagnosi
precoce della malattia neurodegenerativa.
Questa non è la prima volta che l'olfatto è coinvolto nella diagnosi
precoce di determinate malattie. Già nel 2004 uno studio presentato
durane il meeting annuale dell'American College of
Neuropsychopharmacology (ACNP) mise in relazione la capacità di
percepire gli odori con un'altra malattia, l'Alzheimer.
In quel caso i test furono condotti da Devangere Devanand, psichiatra
della Columbia University e Co-Direttore del Memory Disorders Center al
New York State Psychiatric Institute. L'esperto spiego che la perdita
della percezione di alcuni tipi di odori come quelli del limone della
pelle e di fiori come il lilla potevano essere un buon segnale
predittivo dell'Alzheimer.
Il test messo a punto da Devanand si basa sulla percezione olfattiva di
10 diverse fragranze come: limone, fiori di garofano, pelle, mentolo,
fumo, gas, sapone, ananas, frutti di bosco. Per arrivare a identificare
quali fragranze fossero più indicative di altre si è partiti da un primo
esame dove si è confrontata la capacità di riconoscere gli odori di
anziani sani e anziani con il morbo di Alzheimer.
Successivamente la ricerca dello psicologo ha coinvolto 150 volontari
che presentavano una forma lieve di deficit cognitivo, condizione di
rischio per l'Alzheimer anche se non tutti coloro che la manifestano
sviluppano poi la demenza senile. Come gruppo di controllo sono stati
poi scelti 63 anziani sani. Tutti i partecipanti sono stati seguiti per
un periodo di cinque anni durante i quali ogni 6-12 mesi venivano
sottoposti a un'analisi olfattiva, un test che durava mediamente dai
cinque agli otto minuti.
Il risultati dimostrarono che le persone che andarono peggio nel test
olfattivo, rispetto a chi invece aveva un fiuto migliore, avevano una
maggiore probabilità di sviluppino l'Alzheimer nei cinque anni
successivi. Questo tipo di test, più di sostituire i metodi di diagnosi
classici come la risonanza magnetica o altre metodologie di
visualizzazione del cervello, potrebbe diventare un elemento predittivo
della demenza che si affianca a quelli classici.
Tornando al test olfattivo per la diagnosi precoce del Parkinson,
Fabrizio Stocchi ha spiegato che solitamente non ci si rende conto di
non riuscire a percepire più gli odori, sia quelli gradevoli che quelli
sgradevoli. Uno studio pilota che ha esaminato l'olfatto dei familiari
di pazienti affetti da Parkinson, ha evidenziato che un 20 - 25 per
cento di essi presentavano dei problemi nel distinguere alcuni tipi di
odori. Attraverso altre analisi successive è stata confermata la
diagnosi nel 18 per cento e a 2-3 anni di distanza hanno sviluppato la
malattia.
Il test olfattivo può essere anche utilizzato per distinguere fra il
morbo di Parkinson ed il parkinsonismo vascolare che interviene nelle
patologie cerebrovascolari. Con gli strumenti tradizionali queste due
condizioni potrebbero risultare difficili da differenziare, essendo però
noto che i pazienti con morbo di Parkinson presentano danni marcati a
livello del senso dell'olfatto, un'analisi di questo fattore può aiutare
nella diagnosi. Questo semplice test potrebbe quindi anche aiutare
nella diagnosi differenziale fra due importanti cause di parkinsonismo
nell'anziano.
Poter disporre di una diagnosi pre-clinica della malattia senza avere a
disposizione una sicura terapia preventiva, potrebbe porre non pochi
problemi a livello psicologico, di certo non farebbe piacere sentirsi
diagnosticare una malattia del genere. Questo non vuol dire che ricerche
di questo tipo non siano utili, si spera di poter arrivare presto a
cure in grado di debellare anche queste malattie, in quel caso
intervenire tempestivamente potrebbe limitare eventuali danni.
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