L’App
Immuni è focalizzata sul tracciamento di prossimità (anche noto come
tracciamento dei contatti) basato su tecnologia Bluetooth Low Energy.
Questo metodo non ricorre alla geolocalizzazione. A spiegare il
funzionamento dell'App scelta dal Governo per il tracciamento digitale
dei contatti in funzione anti contagio da Coronavirus è un documento presentato in audizione al Senato dalla ministra per l'Innovazione tecnologica, Paola Pisano. Il testo rappresenta lo sviluppo della prima versione dell’applicazione e sarà soggetto ad ulteriori aggiornamenti.
In premessa si spiega che il codice sorgente del sistema di contact
tracing "sarà rilasciato con licenza open source" e quindi come software
libero e aperto. L’App non accederà alla rubrica dei contatti, non richiede nemmeno il numero e non manderà SMS per notificare chi è a rischio. La
sua installazione sarà volontaria da parte degli utenti e il suo
funzionamento termina con la fase di emergenza, o comunque entro il 31
dicembre 2020, con la cancellazione di tutti i dati generati durante il
suo funzionamento. "L’App - spiega il documento - non raccoglie alcun
dato di geolocalizzazione degli utenti, ma registrerà esclusivamente dei
codici randomici inviati dai dispositivi di altri utenti dell’app
mediante la tecnologia Bluetooth Low Energy".
Gli obiettivi dell’app sono:
• Avvisare l’utente del suo stato di rischio, nel caso in cui sia stato
esposto a un possibile contagio attraverso un contatto con un paziente
positivo a Covid-19 oppure se presenta sintomi riconducibili a Covid-19
• Fornire all’utente tutte le informazioni necessarie per affrontare la
situazione, ad esempio offrendo indicazioni sulla patologia e le azioni
di sanità previste e fornendo i contatti del Dipartimento di
prevenzione della propria Asl di riferimento
In tema di privacy si spiega poi che l’App "recepisce
pienamente i suggerimenti contenuti nelle raccomandazioni emanate dalla
Commissione Europea il 16 aprile 2020 in merito alle app per il
tracciamento di prossimità. In particolare, sfrutta un approccio
tecnologico che permette all’app di espletare la sua funzione senza che
siano raccolti dati identificativi degli utenti".
L’App infatti non raccoglie:
- nome e cognome
- codice fiscale
- indirizzo di residenza
- numero telefonico
- indirizzo email
- dati di localizzazione
- dati di movimento
- identità dei contatti
Nel documento si aggiunge inoltre che "l’App non effettua operazioni di
profilazione sugli utenti. È importante sottolineare che l’App è stata
progettata in modo che, nella fase di tracciamento di prossimità, non
possa essere trasformato da chi lo gestisce in uno strumento di
sorveglianza o di limitazione della libertà degli utenti. L’App può
pertanto essere installata in sicurezza, permettendo ai cittadini di
riporvi la fiducia necessaria a garantirne l’ampia adozione".
Ma come funziona il tracciamento di prossimità? “Il
sistema di contact tracing utilizza il modello annunciato da Apple e
Google". Si ribadisce quindi come il funzionamento del tracciamento di
prossimità si basi esclusivamente sulla tecnologia Bluetooth Low
Energy.
Questa scelta di progettazione, si spiega nel testo, ha due vantaggi rispetto all’approccio legato alla geolocalizzazione:
• È più precisa, in quanto la tecnologia individua solo dispositivi nel
raggio di pochi metri e ignora gli altri. Questo permette di evitare di
notificare utenti in realtà non a rischio perché non sono entrati in un
raggio abbastanza ristretto rispetto a un utente positivo.
• Rispetta maggiormente la privacy, in quanto evita di localizzare
l’utente. L’app è in grado di determinare che è avvenuto un contatto
stretto fra due utenti ma non il luogo in cui esso è avvenuto.
Una volta attivata, l’App scambia codici generati
randomicamente con altri dispositivi che hanno installato l’App, grazie a
segnali Bluetooth Low Energy. Questi codici non permettono di risalire
all’identità dell’utente. Lo scambio è bidirezionale: "Ogni
smartphone invia il proprio codice randomico e riceve i codici
randomici degli smartphone nelle vicinanze, salvandoli nella propria
memoria interna. Per rendere il sistema più sicuro, il codice randomico
cambia frequentemente. Questo significa che, se anche uno smartphone
incrociasse un dispositivo che aveva 'visto' in precedenza, il codice
randomico ricevuto sarebbe nel frattempo cambiato, impedendo a
potenziali malintenzionati di manipolare il sistema per tracciare
gli spostamenti di un utente, anche con metodi molto sofisticati, per
esempio mettendo antenne Bluetooth in giro per la città".
Quando un utente risulta positivo al Covid-19, l’operatore
sanitario che gli ha comunicato l’esito lo invita a selezionare
l’opzione “Carica dati”. L’app restituisce un codice numerico che
l’utente comunica all’operatore sanitario. "Il codice viene
inserito, da parte dell’operatore sanitario, all’interno di
un’interfaccia gestionale dedicata e il caricamento viene validato. La
lista dei codici randomici che lo smartphone ha inviato nei giorni
precedenti viene a questo punto caricata sul server, al fine di
notificare gli utenti con cui è stato a contatto del rischio a cui sono
stati esposti. Anche gli utenti per cui il test ha avuto esito negativo
possono, se lo desiderano, caricare informazioni utili a consentire la
calibrazione del sistema, requisito fondamentale affinché l’app funzioni
a dovere".
A questo punto, grazie ai codici randomici caricati dal paziente
positivo, "l’app è in grado di verificare se c’è stato un contatto tra
altri utenti e il paziente positivo e quindi un potenziale contagio.
L’app allerta quindi i contatti stretti (utenti che sono stati a
contatto con il caso indice entro i due metri di prossimità per più di
15 minuti) e i contatti casuali (utenti che sono stati a contatto con
il caso indice entro i due metri di prossimità per meno di 15 minuti) e
fornisce all’utente le misure di prevenzione previste dal Ministero
della Salute. A titolo di esempio, può invitare alla misurazione della
temperatura, al monitoraggio dei sintomi, all’isolamento fiduciario e
offrire consigli su come comportarsi alla comparsa dei sintomi, il
contatto con il Dipartimento di Prevenzione dell’Asl ecc", si spiega nel
documento di approfondimento.
Nel testo si sottolinea che il sistema rende possibile
notificare un utente venuto a contatto con un altro utente risultato
positivo del rischio di contagio senza che al sistema sia nota né
l’identità del paziente positivo, né l’identità del contatto.
Affinché l’app possa essere davvero efficace nel contrasto al Covid-19,
si spiega però come sia indispensabile che si integri nel modo più
efficiente possibile con i processi e i sistemi informativi del Servizio
Sanitario Nazionale. Ed in questo senso lo sviluppo dell'applicazione è ancora in corso.
"L’App causerà inevitabilmente un aumento delle interazioni tra il
cittadino e i Dipartimenti di prevenzione delle Asl, vista la finalità
dell’App di informare riguardo al possibile rischio di essere positivi
al Sars-CoV-2. Si renderà necessario rispondere con la digitalizzazione
di processi che in questo momento avvengono in modo manuale. Stiamo
anche valutando di inserire un diario dei sintomi, compilato
dall’utente e non condiviso con nessuno. I dati del diario dei sintomi
non vengono caricati sul server, rimanendo sullo smartphone dell’utente.
A tal proposito è in atto un confronto col Ministero della Salute che
si propone di identificare le ulteriori funzionalità da inserire nel
sistema per garantirne il successo".
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