27 agosto 2002

E' il senso di colpa a guidare i nostri legami affettivi: un senso di colpa che non va visto solo in negativo, perche' puo' stimolare un'attenzione particolare verso la persona amata e aiutare a contenere l'egoismo insito in ciascuno di noi. A tracciare questo profilo del rapporto di coppia e' uno studio condotto da Rita D'Amico, dell'Istituto di Scienze e Tecnologie Cognitive del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Roma, condotto su un campione di 240 persone (donne e uomini tra i 19 e 58 anni). A dominare la classifica dei sensi di colpa e' quello relativo all'ipotesi di una rottura della relazione (43% degli intervistati), che oscilla tra il pensiero di lasciare il partner e l'impressione di non esserne piu' veramente innamorati. Al secondo posto nell'elenco di questa particolare classifica troviamo il ricorrente conflitto tra il coniugare i propri bisogni con quelli del partner (38% degli intervistati).Molto elevata e' anche la percentuale di coloro che provano un senso di colpa per il fatto di mantenere la propria autonomia nella relazione (37%), o di non accettare alcuni tratti del carattere dell'amato, criticandolo apertamente in presenza di altri (35%). Stranamente molto bassa risulta invece la percentuale di coloro che si sentono in colpa per aver tradito veramente il partner: appena il 9% del campione, che passa al 25% se il tradimento e' solo virtuale. Bugie e inganni fanno invece risalire la percentuale, suscitanto sensi di colpa nel 33% degli intervistati, che passano al 22% quando si va contro le aspettative del partner, al 18% quando non si mantengono gli impegni presi e al 17% quando si ritiene di prendere di piu' di quanto si da'. Ma quanti sono invece i mostri che non conoscono questo sentimento? Secondo la ricerca pochissimi, visto che appena 2 su 240 hanno confessato di non sentirsi mai in colpa: ''La dimostrazione ~ afferma Rita D'Amico, che ha raccolto i risultati dello studio nel libro 'Le colpe degli amanti' (Il Mulino Editore) ~ e' che il senso di colpa e' diffusissimo; non costituisce comunque solo un'emozione spiacevole e puo' rappresentare anche una molla per migliorare i rapporti sentimentali''.
[CNR - ANSA].





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