26 agosto 2002

La scuola di Palo Alto
Dalla causalità lineare a quella circolare

La Scuola di Palo Alto ha studiato lungamente ed approfonditamente la comunicazione, formulando 5 assiomi che costituiscono le linee guida della sua indagine e permettono di inquadrare il fenomeno comunicativo in maniera nuova e stimolante.
Essa inoltre ha modificato profondamente il concetto di causa in ambito comunicativo sottolineando l’esigenza di passare da un modello esplicativo di tipo lineare ad uno di tipo circolare.
Come si ricorderà per Aristotele, volendo indagare un evento, era opportuno conoscerlo e capirlo sotto 4 punti di vista.
Essi sono:
Causa materiale
Causa formale
Causa efficiente
Causa finale
Democrito anticipò l’esigenza, poi sviluppata dalla scienza moderna, di restringere il campo di indagine alla sola “causa efficiente” finendo con l’espellere, dalla ricerca, le indagini attorno alla “causa finale”.
Sistemi di credenze di tipo non scientifico (quali ad esempio la religione) hanno invece, da sempre, privilegiato una spiegazione finalistica degli eventi.
Galileo recuperò e sviluppò l’intuizione di Democrito e tutta la concezione galileiana di scienza si concentra sulla ricerca delle “cause efficienti” e sul rifiuto di ritenere di pertinenza scientifica (ad eccezione di alcuni ambiti di studio della psicologia) lo studio delle “cause finali”.

Questo tipo di concezione prende il nome di causalità lineare.
Con Bateson e Watzlawick si iniziò a ritenere questo modello esplicativo (causalità lineare) poco idoneo a render conto dei complessi eventi comunicativi e così si giunse a concepire un nuovo modello esplicativo chiamato causalità circolare. In esso l’evento (B) è sì originato da una causa antecedente (A) ma a sua volta essa (A) è stata prima determinata (risultando a sua volta effetto) dall’evento (B) che così è stato, prima di divenire effetto, causa. Si introdusse così il concetto di feedback ( di retroazione) che divenne essenziale per comprendere l’andamento di un flusso comunicativo.

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