9 dicembre 2002

La base biologica della solidarietà
I processi emozionali attivano aree del cervello diverse a seconda dell’espressione della persona che abbiamo di fronte

Nel tentativo di comprendere i meccanismi alla base della solidarietà umana, i neuroscienziati hanno scoperto che questi sentimenti non attivano solamente le aree del cervello associate alle emozioni, ma anche quelle associate col compiere un’azione. Quando la gente si comporta in maniera socialmente inappropriata, tuttavia, questa attività cerebrale viene rimpiazzata dall’aumento di un’altra nelle regioni associate con il conflitto sociale.
“La comprensione della neurofisiologia di determinate caratteristiche umane, come la simpatia o la solidarietà, - spiega Jean Decety, direttore del laboratorio di neuroscienze socio-cognitive dell’Università di Washington - è importante perché alcune persone non riescono a provare tali sentimenti e presentano comportamenti anti-sociali che possono risultare molto costosi per la società.”
Lo studio, condotto da Decety insieme al suo allievo Thierry Chaminade, è apparso in un numero speciale della rivista “Neuropsychologia”. Gli scienziati hanno usato la tomografia a emissione di positroni (PET) per determinare quali aree del cervello vengono attivate mentre i pazienti guardavano video con attori che raccontavano storie di tono triste o neutro. Le storie “neutre” erano basate su attività di tutti i giorni, come cucinare o fare la spesa. Quelle “tristi” descrivevano tragici eventi come incidenti automobilistici o la malattia di un parente. Gli attori raccontavano le stesse storie con tre differenti espressioni: neutra, felice o triste.
Decety e Chaminade hanno osservato che, guardando i video, i pazienti attivavano diverse regioni del cervello a seconda che l’espressione dell’attore coincidesse con il contenuto emozionale del racconto.


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