20 settembre 2003
Anche le scimmie hanno il senso della giustizia
Esperimento alla Emory University: gli animali protestavano se ricevevano «compensi» diversi per lo stesso comportamento
NEW YORK - «Giusto o sbagliato»: non è soltanto l’uomo a essere in grado di distinguere tra un’azione eticamente corretta e un sopruso. Una ricerca pubblicata dal periodico «Nature» rivela che anche le scimmie protestano se qualcuna di loro - in cambio della medesima azione - viene ricompensata in maniera maggiore. Secondo gli scienziati, questo esperimento dimostrerebbe anche che le reazioni alle ingiustizie sono istintive e scritte nel nostro Dna.
L'ESPERIMENTO - L’esperienza è stata condotta presso la Emory University di Atlanta, negli Usa, dagli etologi Sarah Brosnan e Frans de Waal. I ricercatori hanno insegnato ad alcune scimmie cappuccino a scambiare gettoni messi a loro disposizione nelle gabbie con cibo. Per ogni gettone consegnato al ricercatore, ricevevano un cetriolo. Poi ad alcune di esse, invece del cetriolo, cominci? ad essere consegnato, sporadicamente e casualmente, un grappolo d’uva, cibo molto più appetitoso. Quando una scimmia appena ricompensata col cetriolo vedeva la compagna accanto ricevere l’uva, assumeva atteggiamenti di offesa: si rifiutava di obbedire agli istruttori, oppure gettava via il vegetale, o altre reazioni del genere.
FATTORE EREDITARIO - Un comportamento molto simile a quello osservato negli esperimenti che valutano le reazioni umane alle ingiustizie e che, secondo gli scienziati, suggerisce «che il rispetto delle regole su cui si basa la cooperazione sociale siano state scritte nel nostro Dna quando ancora eravamo scimmie».
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