5 ottobre 2006

Serotonina e depressione
L'autorecettore 5-HT1A funziona come un reostato degli stati emotivi

Sebbene i farmaci che agiscono sul sistema della serotonina siano ampliamente utilizzati per trattare la depressione, il meccanismo biologico con il quale vengono alleviati i sintomi di questa condizione patologica è tutt’ora poco compreso. Ora i ricercatori dell’Università di Pittsburgh suggeriscono che questi farmaci possano agire su uno specifico recettore per la serotonina chiamato autorecettore 5-HT1A che, secondo le evidenze sperimentali, riveste un ruolo fondamentale nel regolare la risposta dell’amigdala. Quest’ultima è infatti una componente critica nel sistema cerebrale, poiché elabora gli stimoli ambientali che possono rappresentare potenziali minacce e produce risposte fisiologiche appropriate. Varie ricerche hanno mostrato come la depressione e altri disturbi dell’umore siano legati proprio a problemi in questa “circuitazione emotiva” che comprende proprio l’amigdala. Alla luce dei nuovi dati, l'autorecettore 5-HT1A funzionerebbe come un reostato degli stati emotivi.A quanto si legge nell’articolo pubblicato sulla rivista “Nature Neuroscience”, quest’ultima ricerca fornisce un modello di come specifici cambiamenti negli autorecettori 5-HT1A e nella reattività associata dell’amigdala possano influire sul rischio di insorgenza di una depressione. Grazie alla sperimentazione condotta su una coorte di 20 soggetti, il gruppo di ricercatori ha trovato che gli individui che hanno più alte concentrazioni dell’autorecettore 5-HT1A, verificate grazie alla tomografia a emissione di positroni (PET), hanno anche un’attività dell’amigdala significativamente incrementata, come è dimostrato dalle misurazioni di imaging mediante risonanza magnetica funzionale (fMRI). In particolare, la concentrazione dell’autorecettore 5-HT1A rende conto per un 30-44 per cento delle differenze individuali nella reattività dell’amigdala. [LeScienze]

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