2 marzo 2012

La consapevolezza dello scimpanzé

Uno studio sul campo ha riscontrato che quando gli scimpanzé emettono una vocalizzazione di allarme, per esempio per la presenza di un serpente, tengono conto del fatto che i loro compagni siano consapevoli o meno del pericolo. Questo presuppone l'abbozzo di una competenza molto raffinata - avere una rappresentazione dello stato mentale dei propri simili  e conservare memoria delle loro conoscenze - e apre la strada a un ripensamento del ruolo dell'attribuzione dello stato mentale nell'evoluzione del linguaggio

Una regola fondamentale per la comunicazione efficace, si legge nei manuali, è conoscere il proprio pubblico, o più modestamente, i destinatari del proprio messaggio. Secondo un nuovo studio pubblicato sulla rivista “Current Biology”, è una regola di cui tengono conto anche gli scimpanzé: se devono lanciare un grido di allarme, per esempio perché hanno visto un serpente, lo fanno con maggiore probabilità quando gli altri membri del gruppo sono inconsapevoli del pericolo.  La scoperta fa ipotizzare che gli scimpanzé conservino memoria delle informazioni disponibili agli altri individui e che si basino su di esse per compiere scelte mirate sui messaggi che intendono trasmettere. “Gli scimpanzé sembrano tenere conto delle conoscenze dei loro simili”, ha sottolineato Catherine Crockford dell'Università di St Andrews. “Essi producono una vocalizzazione di allarme per informare gli altri membri gruppo del pericolo quando questi non ne sono consapevoli, mentre è meno probabile che lo facciano quando gli altri ne sono già a conoscenza”.
La ricerca, che si è svolta sul campo in Uganda, prevedeva la collocazione di falsi serpenti sul cammino di scimpanzé selvatici per poi osservare le reazioni dei primati. Si è così scoperto che quando un individuo si accorge di un serpente, tipicamente produce una vocalizzazione di allarme per avvertire gli altri scimpanzé in grado di sentire il messaggio ma che non hanno ancora visto il pericolo. In particolare, lo studio ha mostrato che le vocalizzazioni degli scimpanzé sono influenzate da una motivazione prosociale, vale a dire che hanno il fine di informare intenzionalmente gli altri del pericolo. Il risultato sembra confutare l'ipotesi che solo gli esseri umani riconoscano l'ignoranza dei propri simili e agiscaono per porvi rimedio, e apre la strada a un ripensamento del ruolo dell'attribuzione dello stato mentale nell'evoluzione del linguaggio.
“Alcuni studiosi hanno sostenuto che uno stadio cruciale per l’evoluzione di questa capacità si ebbe quando gli individui iniziarono a produrre vocalizzazioni con l’obiettivo di informare e quindi ridurre l’ignoranza dei propri pari”, ha aggiunto la Crockford. "I nuovi risultati mostrano che le competenze fondamentali per dare il via a una comunicazione complessa sono evidenti negli scimpanzé più di quanto ritenuto finora”.  “È da rilevare inoltre che i risultati sono stati ottenuti in animali selvatici”, ha concluso la ricercatrice. “Il vantaggio di affrontare simili questioni negli scimpanzé selvatici è che si può registrare il loro comportamento abituale in un setting ecologicamente rilevante”.

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