"Non definirei la sindrome da alienazione parentale (PAS) come una
patologia, parlerei piuttosto di disfunzionalità dal momento che il
bambino si prende un carico che non gli compete. La diagnosi di PAS in
realtà non rispetta le regole di un'organizzazione familiare. La
famiglia è regolata in termini triadici, per cui ciò che accade prima
della separazione è la possibilità che si verifichi una dissoluzione
dei confini familiari che porta la madre a considerare il figlio come un
amico o un partner. Se il padre non si accorge di ciò e rimane
periferico si verifica un'alleanza madre-figlio che lo esclude. È un
gioco familiare antico, che può diventare patologico ma non si chiama
sindrome da alienazione genitoriale e per curarlo è necessario prendere
in considerazione il comportamento di tutti e tre gli attori a
cominciare dal padre che si fa da parte". Lo ha affermato Silvia
Mazzoni, docente di Psicologia dinamica e clinica presso l'Università
'La Sapienza' di Roma, presente il 25 settembre al convegno su
'La distorsione delle relazioni genitoriali - la PAS', presso l'Aula
della Chiesa di Sant'Aurea nel Borgo di Ostia Antica, affrontando il
tema della 'Dissoluzione dei confini nella famiglia e la PAS'.
I confini familiari si dissolvono quando "i figli fanno da genitori, partner o amici. In questo modo- ha spiegato la docente- non vengono rispettati i ruoli genitoriali e il bambino ha un accesso troppo libero al mondo adulto. Sicuramente la dissoluzione dei confini comporta rischi evolutivi per il minore, ma la diagnosi di PAS interviene in situazioni ben note nelle dinamiche disfunzionali delle famiglie. Bisogna essere molto attenti quando si fanno queste diagnosi, anche perché spesso avallarle significa non guardare alla storia della famiglia".
Una ricercatrice in ambito di divorzi e separazioni, Joan B. Kelly, ha affermato che "si tratta di una diagnosi lineare, ovvero si suppone che uno dei due genitori, generalmente la madre, produca nel figlio questa sindrome da alienazione paterna. Dobbiamo però tener presente- ha precisato Mazzoni- che è possibile effettuare una diagnosi di PAS solo nel caso in cui le lamentele del figlio siano assurde e non realistiche. In molti casi, invece, i bambini producono un loro giudizio autonomo, giusto o sbagliato che sia, nato dall'osservazione degli atteggiamenti conflittuali dei genitori".
Secondo la psicoterapeuta "la frequenza di questa problematica è altissima nelle famiglie in separazione giudiziale, ma non riguarda tutto il mondo dei separati. È un fenomeno che aumenta in presenza della legge sull'affidamento condiviso, anche perché sono tre i cavalli di battaglia di coloro che litigano: alienare il figlio dall'altro genitore, criticare l'altro genitore di abuso e far decidere al figlio con chi andare". Mazzoni ha concluso: "La diagnosi di PAS può essere riconosciuta, ma bisogna saperla fare bene perché al suo interno potrebbe capitarci di tutto".
I confini familiari si dissolvono quando "i figli fanno da genitori, partner o amici. In questo modo- ha spiegato la docente- non vengono rispettati i ruoli genitoriali e il bambino ha un accesso troppo libero al mondo adulto. Sicuramente la dissoluzione dei confini comporta rischi evolutivi per il minore, ma la diagnosi di PAS interviene in situazioni ben note nelle dinamiche disfunzionali delle famiglie. Bisogna essere molto attenti quando si fanno queste diagnosi, anche perché spesso avallarle significa non guardare alla storia della famiglia".
Una ricercatrice in ambito di divorzi e separazioni, Joan B. Kelly, ha affermato che "si tratta di una diagnosi lineare, ovvero si suppone che uno dei due genitori, generalmente la madre, produca nel figlio questa sindrome da alienazione paterna. Dobbiamo però tener presente- ha precisato Mazzoni- che è possibile effettuare una diagnosi di PAS solo nel caso in cui le lamentele del figlio siano assurde e non realistiche. In molti casi, invece, i bambini producono un loro giudizio autonomo, giusto o sbagliato che sia, nato dall'osservazione degli atteggiamenti conflittuali dei genitori".
Secondo la psicoterapeuta "la frequenza di questa problematica è altissima nelle famiglie in separazione giudiziale, ma non riguarda tutto il mondo dei separati. È un fenomeno che aumenta in presenza della legge sull'affidamento condiviso, anche perché sono tre i cavalli di battaglia di coloro che litigano: alienare il figlio dall'altro genitore, criticare l'altro genitore di abuso e far decidere al figlio con chi andare". Mazzoni ha concluso: "La diagnosi di PAS può essere riconosciuta, ma bisogna saperla fare bene perché al suo interno potrebbe capitarci di tutto".
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